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Claudio Amendola: perdo chili ma poi ingrasso di nuovo

«Ho provato ogni tipo di dieta. Però, finito il periodo di sacrificio, torno a pesare come o più di prima. È così da quando ero ragazzino e gli amici mi chiamavano Polpetta»

«È così da quando ero ragazzino e gli amici mi chiamavano Polpetta», racconta Claudio Amendola. «Ho provato ogni tipo di dieta ma, finito il periodo a stecchetto, torno a pesare come prima. Già, perdo chili e poi ingrasso. E allora tanto vale che mi conceda la mia carbonara annaffiata da bicchieri di vino rosso…».
Ecco la confessione dell’attore a OK.

«È una cosa automatica. Mi basta guardare un panino e ingrasso di un chilo. Va così da quando sono nato. Sono stato un bambino magro e un bambino ciccione, un adolescente magro e un adolescente ciccione.
Gli amici mi chiamavano Polpettone, Polpetta, Capoccione. Ma io non ne ho sofferto minimamente: non sono diventato più timido, non mi sono fatto venire i complessi. Capitava così: in certi periodi mangiavo tanto e in certi altri me ne fregavo delle lasagne e andavo di più in strada a giocare.

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A un tratto la bilancia segna dieci chili in più
La vera fregatura? L’ho capita quando ho visto una ricerca svedese pubblicata da poco su una rivista che in queste cose non sbaglia, Nature. L’ho letta con attenzione dalla prima all’ultima riga. Diceva in sostanza: se da ragazzino te sei abbuffato di patatine fritte, merendine e altre schifezze, da adulto farai molta più fatica a dimagrire.
In breve, il mio ritratto. Gli studiosi hanno scoperto che le diete, anche quelle che ti affamano, riducono le dimensioni delle cellule di grasso, ma non il loro numero: quello rimane uguale dall’adolescenza in poi. Hai voglia, appena torni a mandare giù un dolcetto: tutte le tue cellule grasse si ringalluzziscono e l’ago della bilancia va di nuovo su. È così che mi capita di pesare anche dieci chili più del peso forma e arrivare a quota 92. Il succo del discorso? Sono sempre a dieta, una battaglia continua.

Ho seguito pure la cura dimagrante del fantino
Le conosco tutte, dalla dieta del fantino a quella del succo d’acero. A casa mia, sia mio padre che mia madre le hanno provate tutte: dai centri lager per il dimagrimento forzato ai ritrovati esotici più improbabili.
Con il tempo ho capito che l’unica dieta che funziona è mangiare sano e poco, ovvero un po’ di tutto ma con moderazione.

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Oggi riesco a mantenere questo equilibrio molto più che in passato, anche se la prova del nove è il tempo libero. Quando non lavoro, mangio e bevo. E non perché abbia particolari stress. Tensione è una parola che non conosco. Ho solo più tempo per cucinare. Le mie specialità sono i primi piatti della mia città, roba tutt’altro che dietetica: a cominciare dalla pasta alla carbonara, per passare all’amatriciana…

Sono stato dal dietologo di Costanzo, niente..
In passato mi sono anche rivolto a un dietologo, Pietro Migliaccio, il professore che ha fatto dimagrire Maurizio Costanzo. M’ha prescritto una dieta su misura, l’ho seguita per un anno, e che cosa ho imparato?
Che le rinunce drastiche sono controproducenti. Finito il periodo a stecchetto, sono tornato a pesare come prima. Bisogna imparare a regolarsi, quello sì. Dovremmo tutti quanti evitare il sistema pericoloso di smettere di mangiare solo quando si spegne il segnale della fame. Meglio sarebbe alzarsi con un po’ di appetito. E lì casca l’asino. Perché io, quando mi siedo a tavola, faccio delle mangiate pantagrueliche. E, se poi ci bevo il vino rosso (e ce lo bevo quasi sempre), e alla fine magari pure un grappino, il conto delle calorie sale.
Diciamo che quando eccedo so di eccedere. Allora dopo un pranzo di quel tipo la sera mi trattengo. E faccio sport, la mia attività principale lontano dal set: pallacanestro, calcio, vado in palestra ogni volta che mi va. In sintesi, sono una persona sana che, semmai, sorride dell’ipocondria di questo mondo.
Volete che vi dica una cosa seria? Eccola. Trovo indecoroso che non si faccia una campagna contro le case farmaceutiche che inventano di continuo nuove malattie per commercializzare i propri prodotti. E trovo vergognoso che nessuno vigili sull’efficacia o anche sulla pericolosità di alcune pillole che fanno perdere peso. Passino i ritrovati naturali, ma circolano anche compresse a base di anfetamine che mettono seriamente a rischio la salute di chi le prende.
Allo stesso modo, vogliamo parlare di quello che si iniettano certune e certuni sotto la pelle per appianare rughe e rughette? Allora non è meglio qualche cellula grassa in più a rimpolparmi le guance?».
Claudio Amendola (testo raccolto da Monica Piccini nell’agosto 2008 per OK La salute prima di tutto)

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