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AstroSamantha per la ricerca: sottoposta a test per comprendere i meccanismi del sonno

Il sonno dell'astronauta italiana monitorato da una maglietta sensibile, ideata da Fondazione Don Gnocchi e Istituto Auxologico Italiano. Raccolti i primi dati: la ricerca servirà per insonnie e disturbi del sonno

Per raggiungere risultati importanti bisogna puntare in alto, tanto in alto che a volte si arriva persino nello spazio. La ricerca scientifica si unisce alla missione Futura, la seconda a lunga durata dell’Agenzia Spaziale Italiana che ha avuto inizio lo scorso 23 novembre, per migliorare la conoscenza dei meccanismi fisiologici del sonno in microgravità.

Protagonista è Samantha Cristoforetti, astronauta italiana dell’Agenzia Spaziale Europea e prima donna italiana nello spazio, che nelle ultime due settimane ha dormito indossando, sotto il pigiama spaziale, la maglietta ipertecnologica MagIC-Space che monitora la variazione di alcuni parametri fisiologici durante il sonno mediante appositi sensori. Sviluppato a Milano nel laboratorio dei sensori indossabili e telemedicina della Fondazione Don Gnocchi, il dispositivo è giunto a bordo il 12 gennaio con la capsula SpaceX Dragon CRS-5. E’ dotato di fibre sensibili che rilevano e registrano l’elettrocardiogramma e il respiro, un’unità di monitoraggio che raccoglie i dati e la misura delle vibrazioni cardiache e un termometro per misurare la temperatura cutanea: nelle ultime due settimane Astrosamantha ha effettuato le prime tre registrazioni notturne, la metà di quelle previste dal progetto Wearable Monitoring, proposto dalla Fondazione Don Gnocchi e svolto in collaborazione con l’Istituto Auxologico Italiano.

Gruppo San Donato

L’accurata esecuzione del protocollo sperimentale da parte dell’astronauta italiana e l’attento coordinamento delle attività da parte di ASI e della NASA sono state determinanti per l’alta qualità dei dati raccolti: l’obiettivo è quello di comprendere meglio i fattori che riducono la qualità del sonno negli astronauti durante le missioni spaziali, con impatto negativo sull’attenzione e lo stato di veglia. La medicina spaziale offre da sempre un enorme contributo alla scienza, spesso lo studio dei processi fisiologici in condizioni di microgravità fornisce dettagli importanti sul funzionamento della macchina-uomo. Con importanti ricadute sulla terraferma, in questo caso per insonnia e disturbi del sonno.

CP

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