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Come sapere se il tonno che mangiamo è pescato in modo sostenibile?

Come capire se stiamo facendo la scelta giusta? Quali sono i diversi tipi di tonno? Ci sono differenze? Quali sono le principali certificazioni di sostenibilità ambientale?

Il tonno sostenibile al centro della Giornata Mondiale del tonno. Da anni cresce in modo impetuoso la domanda sul mercato alimentare mondiale. Gli italiani sono i secondi consumatori in Europa con 2,2 chilogrammi a testa ogni anno, che diventano 3 se sommiamo anche il consumo del tonno fresco. Più di 9 famiglie su 10 lo acquistano. Il più comprato è quello in scatola, con un aumento di quello conservato in vetro, per la crescente consapevolezza sugli interferenti endocrini.

Quali sono i tipi di tonno più pescato e quali sono i loro migliori utilizzi?

Le cinque specie principali di tonno sono:
  1. tonnetto striato,
  2. alalunga,
  3. rosso,
  4. obeso,
  5. pinna gialla.
Il tonnetto striato è la specie più venduta al mondo. Noi italiani preferiamo il tonno pinna gialla. Ogni tipo ha caratteristiche diverse. Per il sushi o il sashimi o comunque per chi lo sceglie crudo il migliore è il tonno rosso o quello obeso. Per cuocerlo in padella il pinna gialla. In genere nelle scatolette si usa il tonnetto, proprio per le sue dimensioni ridotte.

Come sapere se quello che porto in tavolo è un tonno sostenibile?

Il principale problema del tonno è legato alla sostenibilità. Non sempre è facile essere sicuri che il tonno che portiamo in tavola sia stato pescato in modo da non danneggiare gli ecosistemi. Inoltre il pesce sostenibile ha un prezzo maggiore e questo scoraggia i consumatori meno abbienti o meno attenti. Qui puoi trovare l’elenco dei pesci che sono più sostenibili dal punto di vista ambientale.
Generalmente le associazioni ambientalistiche si occupano di garantire la sostenibilità con marchi e dichiarazioni. Ad esempio Greenpeace ha una vera e propria campagna che si chiama Tonno in trappola. Qui si può trovare l’analisi dei principali prodotti a base di tonno che si trovano sul mercato. Esperti valutano le informazioni contenuti sull’etichetta, la trasparenza della filiera e la scelta di fornitori che usano metodi di pesca il meno invasivi possibile.

Tonno sostenibile: il ruolo dei consumatori è centrale

Gli unici a poter cambiare le cose sono infatti i consumatori. Solo le campagne di consapevolezza hanno convinto diverse aziende a gestire l’acquisto del tonno in modo di sostenibile per sostenere la propria immagine. Sulle scatolette del tonno c’è un codice che se digitato online ci permette di sapere le informazioni sul pesce che stiamo per mettere in tavolo.

Quali sono le certificazioni più importanti?

La MSC

Una delle certificazioni più usate è quella fornita dal Marine Stewardship Council. Sulle scatolette si troverà l’indicazione MSC. Per poterla ottenere occorre attenersi a tre regole:
  1. la pesca dev’essere organizzata in modo tale che lo stock ittico possa riprodursi,
  2. occorre che l’impatto su piante e animali marini sia il minore possibile,
  3. le aziende devono certificare di operare in modo legale e responsabile.

Friend of the Sea

C’è anche il Friend of the Sea, amico del mare in italiano. I criteri per ottenerlo sono simile all’MSC.

  1. Occorre dimostrare che gli stock di pesce pescato non siano troppo sfruttati,
  2. la pesca dev’essere selettiva e non pescare specie minacciate dall’estinzione,
  3. avere al massimo l’8% di scarti,
  4. nessun impatto sui fondali marini,
  5. ottimizzare il consumo di carburante.

Il Dolphin safe

Negli Stati Uniti è stata creata anche la certificazione Dolphin safe. Uno dei problemi principali della pesca del tonno è che contestualmente vengono pescati spesso anche dei delfini. Per potere ottenere questo marchio le tecniche di pesca non devono mettere in pericolo questi mammiferi.

Gruppo San Donato

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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