Psicologia

Sindrome di Cenerentola: pensi ancora che ti salverà il principe azzurro?

Spesso la causa va riconosciuta nella diverso modo di educare le figlie rispetto ai figli. Quali sono i sintomi? E i pericoli?

La sindrome di Cenerentola colpisce soprattutto le donne che hanno paura di essere indipendenti. La prima a parlarne è stata la psicoterapeuta e scrittrice americana Colette Dowling in un libro bestseller del 1981 che si intitola proprio The Cinderella Complex: Women’s Hidden Fear of Independence, che in italiano si potrebbe tradurre come Il Complesso di Cenerentola, la Paura Nascosta delle Donne dell’Indipendenza.

L’autrice parte dalla tesi che le donne siano cresciute dalla famiglia per essere dipendenti. Questo bisogno inconscio di protezione e salvezza le porta costantemente ad auto sabotarsi. In genere sono le donne a esserne interessate, anche se esistono uomini che devono farci i conti.

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Non si tratta di un disturbo mentale codificato, ma la psichiatria lo diagnostica come un tratto nevrotico, che impedisce la realizzazione di una vita adulta con soddisfazioni professionali e sentimentali. A volte si accompagna anche all’anuptafobia.

Sindrome di Cenerentola: quali sono i tratti tipici?

Esattamente come Cenerentola, chi è colpito da questa sindrome pensa che non sia sufficiente il duro lavoro o l’intelligenza a raggiungere i propri scopi, ma che serva sempre una forza esterna come la fatina o il principe azzurro per salvarci. Per questo si sottomette ai bisogni degli altri, vivendo le loro vite, invece della propria.

Chi soffre della sindrome di Cenerentola fa di tutto per non raggiungere un successo. Spesso dimentica, o meglio, finge di dimenticare appuntamenti importanti, fa sempre un dramma quando deve affrontare un passaggio cruciale della propria vita, cambia idea appena prima il raggiungimento di un obiettivo. Ad esempio sta per essere promossa al lavoro, rinuncia perché non si sente in grado.

La sindrome di Cenerentola colpisce di più quando si è in una relazione

Spesso è sopraffatta da sentimenti di bisogno e necessità. Entra in panico al solo pensiero che il proprio partner la possa lasciare. Non si sente mai soddisfatta, come se nulla di quello che fa possa essere sufficiente.

Questi bisogni appaiono più nitidi quando è in una relazione, con il suo principe azzurro. I cambiamenti da quando è single a quando vive una relazione sono diversi:

  • smette di concentrarsi sulla propria carriera,
  • non prende decisioni,
  • preferisce occuparsi del proprio partner rispetto che se stessa,
  • diventa una cuoca provetta e passa molto tempo a pulire,
  • si ammala spesso per attirare attenzione,
  • smette di seguire le proprie passioni.

Quali sono le cause?

Le cause nascono all’interno dell’educazione familiare. Anche se sono passati più di quarant’anni dall’uscita del libro che per primo ne ha parlato, molte crescono ancora in famiglie che incoraggiano le figlie a essere dipendenti, invece che indipendenti. Per alcuni genitori questo significa crescere le figlie secondo i valori tradizionali.

I figli maschi devono essere coraggiosi, le figlie femmine buone e dolci. Se cresci con l’idea che qualcuno dovrà occuparsi di te, finirà che cercherai questa persona e lo farai ad ogni costo. Se cresci in una famiglia che ti spinge a vivere in modo diverso rispetto agli uomini di casa, ecco che puoi crescere con la convinzione di poter vivere solo sotto la protezione maschile.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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