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Alzheimer: il biomarcatore avvisa della malattia con 20 anni di anticipo

Esiste una forma di Alzheimer ereditaria molto rara che colpisce generalmente in età precoce rispetto alla media. Nasce da una mutazione genetica che garantisce che una persona svilupperà la malattia, anche se solo un genitore la trasmette. Nella stragrande maggioranza dei casi di Alzheimer, tuttavia, la malattia insorge attraverso una complessa interazione di fattori genetici e ambientali che rimane ancora poco chiara.

Esiste una forma di Alzheimer ereditaria molto rara che colpisce generalmente in età precoce rispetto alla media. Nasce da una mutazione genetica che garantisce che una persona svilupperà la malattia, anche se solo un genitore la trasmette. Nella stragrande maggioranza dei casi di Alzheimer, tuttavia, la malattia insorge attraverso una complessa interazione di fattori genetici e ambientali che rimane ancora poco chiara.

Su questi pazienti si è concentrato lo studio di Randall Bateman, docente della Washington University School of Medicine al fine di trovare dei biomarcatori in grado di rilevare con anticipo l’esordio della malattia. I risultati dello studio, appena presentati alla Alzheimer Association International Conference di Parigi sembrano promettenti. Secondo quanto scrive l’Osservatorio Malattie Rare sembrerebbe infatti che misurando alcuni specifici cambiamenti chimici nel cervello si possano cogliere i segnali della malattia addirittura 20 anni prima della comparsa dei primi sintomi.

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Per ora i risultati dello studio possono essere applicati solo a una piccola frazione – meno dell’1% – dei malati di Alzheimer, quelli appunto affetti dalla variante rara. Tuttavia la scoperta potrebbe avere una portata piu’ ampia poiche’ la capacita’ di identificare i primi segnali di pericolo chimico nel cervello ha in sé la prospettiva di un trattamento preventivo, non solo per questi pazienti, ma forse anche per quelli colpiti da forme più comuni della malattia.

«Vogliamo evitare danni e perdita di cellule cerebrali – hanno spiegato durante il convegno di Parigi – intervenendo precocemente nel processo della malattia, anche prima che i sintomi esteriori siano evidenti, perche’ a quel punto potrebbe essere troppo tardi».

Fonte Agi

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