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Aids, la Nazionale di Rugby scende in campo contro l’ignoranza sull’HIV

40 anni sembrano essere passati inutilmente. Troppe persone sono ancora molto confuse. Scendono in campo le 6 Nazioni di rugby

Ignoranza sull’HIV. Sono passati quarant’anni dalla sua scoperta, ma ci sono tante questioni aperte quando si parla di HIV, dalla conoscenza vera e propria allo stigma sociale. In contemporanea con il Sei Nazioni di Rugby è uscito il rapporto “Sex of Our Nations”. Questa ricerca fa emergere le differenze di atteggiamento nei confronti della sessualità, della salute sessuale e dell’infezione da HIV nelle sei nazioni che partecipano al torneo: Inghilterra, Scozia, Irlanda, Galles, Francia e Italia.

Lo studio mette in luce gli atteggiamenti e i livelli di comprensione e stigma differenti nei diversi Paesi che prendono parte alla competizione. Questo rapporto fa parte della campagna “Tackle HIV” guidata dalla star del rugby gallese Gareth Thomas. Con loro la Terrence Higgins Trust e ViiV Healthcare, che sostiene la campagna.

Gruppo San Donato

Ignoranza sull’HIV: metà degli intervistati pensa che gli eterosessuali non siano a rischio. La realtà dice assolutamente il contrario

L’indagine ha rivelato che in molti non hanno le idee chiare su chi sia più a rischio di contrarre l’infezione da HIV. Più della metà degli intervistati sostiene che gli eterosessuali non siano a rischio. La realtà dice il contrario. Nel 2020 la metà di tutte le nuove diagnosi di HIV in Inghilterra riguardava persone eterosessuali (49%), rispetto al 45% negli uomini gay e bisessuali. In Francia, il 69% delle persone intervistate non pensava che uomini o donne eterosessuali fossero a rischio di HIV, rispetto al 41% e al 44% in Scozia.

Solo il 66% delle persone intervistate ha dichiarato di accettare completamente l’omosessualità. La percentuale scende di poco al 63% quando si parla di bisessualità. Il 10% non l’accetta del tutto. In Francia la percentuale raddoppia.

Ignoranza sull’HIV: molti dicono che la salute sessuale importante, ma meno di un quarto è pronto a fare un test

L’84% delle persone ha affermato che la salute sessuale è per loro una priorità alta o molto alta. In Italia la percentuale è stata del 94%, la più elevata. Il paradosso è però che appena il 53% e il 45% delle persone prenderebbero in considerazione l’idea di sottoporsi a un test per un’infezione a trasmissione sessuale (IST) o per l’HIV. Solo il 26% e il 22% hanno riferito di aver eseguito un test IST o HIV in precedenza. Il 28% delle persone ha dichiarato che non prenderebbe in considerazione un test HIV in quanto non ritiene di essere a rischio. Questo dato è variabile nei vari Paesi, passando dal 24% in Italia al 33% in Scozia e Galles.

Qual è l’impatto sociale dell’HIV?

Lo stigma può influenzare molti aspetti della vita di una persona, incluso l’accesso a test, cure e servizi, salute mentale e relazioni. Il 58% delle persone intervistate ha riferito che se al proprio partner fosse stato diagnosticato l’HIV, avrebbero (18%) posto fine alla relazione o avrebbero considerato questa possibilità (40%). L’83% di questi ha affermato che la motivazione era la preoccupazione di contrarre l’HIV. In realtà, chi vive con l’HIV ed è in terapia antiretrovirale efficace non può trasmettere l’infezione al proprio partner sessuale, ma solo il 22% delle persone intervistate lo sapeva. La conoscenza di questo concetto è risultata più alta in Irlanda (28%) e più bassa in Italia (18%).

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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