Salute

Tubercolosi: cause, sintomi, diagnosi e cura

Pur essendo una patologia rara, negli ultimi anni in Italia l’allerta è cresciuta notevolmente: nelle città metropolitane l’incidenza è fino a 4 volte maggiore rispetto alla media nazionale e il numero dei casi di tubercolosi resistente ai farmaci è in progressivo aumento

La pandemia di Covid ha inciso anche sui numeri delle persone che hanno sviluppato tubercolosi, annullando i progressi fatti negli anni per cercare di combattere la malattia. Per la prima volta da oltre un decennio a questa parte, sono aumentati i decessi nel 2020.

Decessi in forte aumento in tutta Europa

In dodici mesi si sono ammalate quasi 10.000.000 di persone nel mondo e il 15% ha perso la vita. I dati arrivano dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che chiede di tornare agli investimenti e alle decisioni prese prima dello scoppio della pandemia. A partire dal 2000, circa 66.000.000 di vite sono state salvate, grazie agli sforzi globali per porre fine alla tubercolosi.

Gruppo San Donato

Ora sono arrivati anche i dati tra il 2020 e il 2022 che parlano di quasi 7mila decessi in più per tubercolosi, rispetto a quanto gli esperti si aspettavano sulla base delle stime pre-2020.

La TBC resta una delle malattie più mortali al mondo. Basti pensare che ogni giorno muoiono per questa patologia 4.100 persone in tutto il mondo. Si è scelto di celebrare la Giornata Mondiale contro la Tubercolosi il 24 marzo perché è il giorno del 1882 in cui il dottor Robert Koch scoprì il Mycobacterium tuberculosis, il batterio che provoca la malattia. Il tema della giornata di quest’anno è “Investire per porre fine alla tubercolosi. Save Lives”.

Quali sono le cause della tubercolosi?

La tubercolosi è causata dal bacillo di Koch chiamato anche Mycobacterium Tubercolosis. Un batterio particolare che tende a creare diversi tipi di patologie. Può esserci la tbc primaria che passa quasi inosservata, ma anche situazioni più serie, come le forme cosiddette miliari presenti soprattutto nelle persone immunodepresse o delle forme post primarie, che avvengono quando il bacillo rimane all’interno di granulomi che il corpo forma per difendersi dai microbatteri, poi si riattiva anche a distanza di molti anni. Questo è quello che succede nelle forme che colpiscono le persone più anziane.

Quali sono i sintomi?

Un tempo i medici venivano formati avendo visto diversi casi di tbc. Ora la maggior parte di loro non ha mai visto un caso di tbc, quindi spesso non ci si pensa. La prima cosa da tenere sotto osservazione è quando si ha una febbre che dura anche tre settimane e non passa neanche dopo aver preso diversi cicli di antibiotici. Ecco in questo caso il medico deve pensare anche che il paziente possa avere la tbc. Spesso la febbre si accompagna anche a perdita di appetito o di peso. Purtroppo proprio perché non ci si è pensato in tempo troppo spesso la tbc viene scoperta tardi. Serve esaminare il catarro o fare una broncoscopia.

Come si guarisce dalla tubercolosi?

La maggior parte dei casi guarisce bene e completamente stando anche a casa. Il batterio è però abbastanza resistente, ma anche grazie ai nuovi farmaci possiamo avere una cura completa dopo qualche mese di trattamento, in genere dopo sei mesi. Si inizia con più antibiotici contemporaneamente, di solito da tre a quattro secondo la tipologia, e poi si prosegue per quattro mesi con solo due antibiotici.

È una malattia contagiosa

È una malattia che dà segno di sé abbastanza tardivamente. La tbc si trasmette soprattutto con le goccioline di Flugge, cioè nelle gocce di saliva e catarro espulse con la tosse. Il contagio non è molto frequente, ma un contatto prolungato e frequente aumenta il rischio. Questo può avvenire anche in comunità come la famiglia o la scuola. Ecco perché per legge quando c’è un caso bisogna andare a controllare i contatti per verificare che non ci siano contagi in corso. A parte i casi resistenti ai farmaci comuni, che generalmente vengono ospedalizzati, la contagiosità finisce dopo due settimane.

Il vaccino contro la tubercolosi

Il vaccino BCG è costituito da un ceppo vivo attenuato, che non può essere utilizzato nei lattanti. La sua efficacia è un po’ più alta nei bambini, dove si assesta intorno al 50% rispetto agli adulti. Sono in corso molti studi per cercare di migliorarlo.

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