Salute

Reflusso gastroesofageo e dieta: regole da seguire e cibi da evitare

Ecco come comportarci a tavola per evitare che il bruciore e i rigurgiti acidi si presentino all'improvviso senza darci più tregua

Come tenere sotto controllo il reflusso gastrico

 

Chi soffre di reflusso gastrico ha già individuato gli alimenti che accentuano il tipico bruciore dietro allo sterno ma pochi sanno che è possibile mettere in atto alcune semplice accortezze in fatto di alimentazione, in grado di tenere a bada il disturbo. Con l’aiuto di Roberto Penagini (puoi chiedergli un consulto qui), professore associato di Gastroenterologia all’Università di Milano e dirigente medico di primo livello presso la Fondazione IRCCS – Ospedale Maggiore Policlinico del capoluogo lombardo, cerchiamo di capire come comportarci a tavola (e nelle ore immediatamente successive) per evitare che i sintomi del reflusso si presentino all’improvviso e non ci diano più tregua. Sfoglia la gallery per scoprire i suoi consigli.

Reflusso gastrico: combatti sovrappeso e obesità

 

«Sovrappeso e obesità sono sempre i peggiori nemici dell’organismo – dichiara Roberto Penagini – e nel caso specifico della malattia da reflusso gastroesofageo costituiscono uno dei maggiori fattori di rischio». Perché? «Innanzitutto bisogna pensare che i soggetti che presentano un indice di massa corporea non idoneo hanno inevitabilmente abitudini alimentari sbagliate: l’assunzione di grassi, cibi preconfezionati e bevande gassate, infatti, non fanno altro che favorire l’insorgenza del reflusso.
Inoltre, l’aumento della circonferenza addominale causa una pressione intra-gastrica che può facilitare la risalita di acido nell’esofago. È possibile, poi, che l’assunzione di alcuni farmaci per le patologie cardiovascolari alteri la motilità esofagea» conclude Penagini. Quindi, il consiglio più importante è monitorare il peso corporeo ed evitare di andare in sovrappeso (e se volete qualche dritta per combattere i rotolini sulla pancia e i fianchi rotondi, leggete qui).

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Fai passare 3 ore tra cena e sonno per evitare il reflusso gastrico

 

«Sdraiarsi subito dopo aver cenato, soprattutto se il pasto è stato abbondante e ricco di calorie, è sbagliatissimo» spiega il professore. «La posizione orizzontale, infatti, favorisce la risalita dei succhi gastrici dallo stomaco all’esofago, fino alla bocca. Non solo bisogna consumare qualcosa di leggero ma bisogna anche cercare di far passare almeno tre ore dal momento della cena a quello di coricarsi». Andare a letto subito dopo aver mangiato, inoltre, peggiora il riposo e favorisce l’insonnia: leggete qui anche tutte le altre regole per dormire bene.

Mastica lentamente

«La fretta è nemica della digestione e può essere correlata al reflusso gastroesofageo» precisa Roberto Penagini. «L’importante è masticare lentamente, godersi il pasto senza ansie e stress, mangiare molto tranquillamente». Mangiare in fretta e masticare male comportano anche altre conseguenze: scopritele tutte qui.

Fai due passi dopo cena

Come spiega il professore di Gastroenterologia, nel periodo successivo al pasto bisognerebbe cercare di non rimanere seduti troppo a lungo: se ne abbiamo la possibilità, dovremmo fare una passeggiata di 20/30 minuti o andare a fare una pedalata con la bicicletta (scoprite qui tutti i benefici della camminata a piedi nudi). Attenzione, però: a stomaco pieno non si devono praticare attività fisiche come la corsa o il nuoto perché potrebbero accentuare il disturbo o addirittura provocarlo.

Non saltare i pasti

Mangiare in modo non adeguato o, peggio ancora, saltare i pasti, sono cattive (e diffusissime) abitudini che vanno a braccetto con il reflusso gastroesofageo. «Il consiglio – suggerisce Penagini – è mangiare in maniera frazionata, evitando pasti troppo abbondanti e ipercalorici. È sbagliato consumare una colazione modesta, prendere qualcosa al volo a pranzo e abbuffarsi a cena: bisogna cercare di essere equilibrati nei tre pasti, rimanere leggeri per far sì che il cibo venga smaltito rapidamente dallo stomaco, e non assumere alimenti troppo voluminosi difficili da digerire. Inoltre, sapevate che chi salta i pasti con la speranza di dimagrire ottiene l’effetto opposto e mette su la pancia? Scoprine di più qui.

Bevi tanto, soprattutto fuori-pasto

Bere molta acqua è sempre consigliato, soprattutto quando siamo esposti alle alte temperature (e voi bevete a sufficienza?): l’importante è idratarsi lontano dai pasti per evitare di distendere troppo lo stomaco e favorire un’eccessiva diluizione dei succhi gastrici. All’acqua gassata è meglio preferire quella liscia.

Evita i cibi acidi

Per chi soffre di reflusso gastroesofageo e accusa spesso bruciori e rigurgiti acidi in bocca, è vietato mangiare i cibi acidi che possono accentuare i sintomi. Tra questi: arance, mandarini, limoni, cedro, melograno, kiwi, ananas, pomodoro, aceto, panna acida. Non vi è una controindicazione assoluta perché la sintomatologia correlata all’assunzione di questi alimenti varia da persona a persona.

Bevi caffè moderatamente se soffri di reflusso gastrico

Il caffè (così come il tè) può stimolare la secrezione acida gastrica e causare il reflusso gastroesofageo. Chi ne soffre, quindi, dovrebbe evitare di assumere più di una tazzina di caffè al giorno (e per concedersi una pausa caffè ideale scoprite quali sono le dritte giuste).

Evita i superalcolici

Come spiega Roberto Penagini, tra le bevande da non portare in tavola quando si soffre di reflusso ci sono soprattutto i superalcolici (come i liquori) e il vino bianco. Mezzo bicchiere di vino rosso a pranzo o a cena, invece, è permesso. Da bere con moderazione, la birra.

Reflusso gastrico: evita i cibi piccanti

Tra i cibi da bandire nella dieta anti-reflusso ci sono soprattutto quelli piccanti, come pepe, peperoncino, spezie varie, chili (scoprite i benefici del peperoncino qui). In una persona con l’esofago già irritato questi alimenti – come sottolinea anche il professor Penagini – possono peggiorare il disturbo, accentuando i bruciori e i dolori.

Evita i fritti

Soddisfano vista e gusto ma peggiorano il reflusso gastroesofageo: patatine, alette di pollo e verdure fritte andrebbero eliminate dalla dieta. Alla frittura, che è anche pesante a livello digestivo, bisognerebbe preferire altri tipi di cottura “amici” dello stomaco, come bollitura e griglia (ma se proprio non riuscite a rinunciarvi, per un fritto a regola d’arte, leggete qui).

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