Alimentazione

La pausa caffè ideale? Breve, stimolante e a metà mattina

Così si “stacca” dal lavoro e ci si ricarica meglio: lo rivela uno studio americano che ha analizzato le abitudini dei lavoratori in pausa

Pausa caffè. Break. Intervallo. Chiamatelo come vi pare, la sostanza non cambia: sono quei minuti liberi tanto sospirati che ci permettono di staccare la spina per riprendere fiato e non soccombere sotto il peso di una lunga giornata di lavoro. Ognuno se li prende quando può, come meglio crede, ma non sempre il riposo è davvero assicurato. Dove sbagliamo? Ce lo spiega un curioso studio americano, condotto dagli esperti di management della Baylor University in Texas e pubblicato su Journal of Applied Psychology.

I ricercatori hanno osservato il comportamento di 95 impiegati tra i 22 e i 67 anni durante una settimana di lavoro, documentando ogni break: pause caffè, intervallo per il pranzo, momenti dedicati alla lettura delle e-mail personali o al dialogo con i colleghi. Analizzando un totale di 959 pause (in media due al giorno per ciascun lavoratore), gli psicologi hanno provato a valutarne l’efficacia in termini di effetto riposante ed efficienza sul lavoro. Alla luce dei risultati hanno elaborato vere e proprie raccomandazioni per la pausa perfetta.

Gruppo San Donato

  1. Meglio a metà mattina. Molti preferiscono lavorare sodo tutta la mattinata e tirare dritto fino alla pausa pranzo, ma questo comportamento non permette di riacquistare energie, concentrazione e motivazione. «Più ore di lavoro abbiamo alle spalle, più sono i disturbi e i fastidi che avvertiamo anche dopo la pausa, ed è per questo – affermano i ricercatori – che quelle fatte a giornata avanzata sono meno efficaci».
  2. Via libera alle proprie passioni. Molti pensano che in pausa si debbano svolgere attività che non hanno niente a che fare con il proprio lavoro, ma non è esattamente così: dallo studio non sono emerse prove che dimostrino la maggiore efficacia delle attività non legate alla professione nel garantire relax ed energia. Quindi spazio a tutte le cose che ci piacciono e ci appassionano, anche se hanno a che fare con il lavoro.
  3. Più sani e soddisfatti. I lavoratori che fanno delle buona pause dal lavoro hanno meno sintomi come mal di testa, affaticamento degli occhi e mal di schiena. Inoltre sono più soddisfatti del loro lavoro e non soffrono di burnout.
  4. Meglio piccole pause frequenti. E’ più facile recuperare quando si fanno pause brevi e frequenti piuttosto che poche pause lunghe. «Non siamo dei cellulari che devono essere completamente scarichi prima di essere attaccati alla presa di corrente, ma siamo delle persone – concludono gli autori dello studio – che devono essere ricaricate più volte durante il giorno».

10/09/2015

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