News

Arriva il collirio che non cola

Grazie alle micro-dosi cura malattie come l'occhio secco e il glaucoma in modo più mirato, riducendo sprechi ed effetti collaterali

Ancora un paio d’anni, e poi forse potremmo dire addio a quei fastidiosi colliri che inondano gli occhi con gocce giganti sempre pronte a colare su guance e vestiti. Nel 2020 dovrebbe infatti arrivare sul mercato un nuovo contagocce che dispensa micro-dosi di prodotto. Efficace quanto i colliri tradizionali, evita gli sprechi e riduce gli effetti collaterali dovuti al sovradosaggio. È questo il risultato dei primi test clinici presentati a New Orleans in occasione del congresso dell’American Academy of Ophthalmology.

Gocce di rivoluzione

Il microdosaggio «potrà trasformare il paradigma dei colliri, vecchio ormai di cent’anni, in una tecnologia intelligente e ad alta precisione», spiega il coordinatore dello studio, l’oftalmologo Tsontcho Ianchulev della Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York. In effetti, i colliri tradizionali dispensano gocce che sono fino a cinque volte più grandi del volume che può essere trattenuto dalle palpebre. La quantità in eccesso finisce così per colare lungo le guance, oppure viene assorbita dal corpo passando attraverso il dotto lacrimale.

Gruppo San Donato

Un problema per la salute e il portafoglio

Il problema non è solo lo spreco di prodotto (comunque non trascurabile, visto il costo di certi colliri), ma soprattutto la sovraesposizione dell’occhio al farmaco e ai suoi conservanti, che può causare irritazioni, arrossamenti, prurito e occhio secco. Alcuni colliri, se assorbiti in quantità eccessiva dal corpo, possono perfino alterare il ritmo del battito cardiaco.

La novità

Per superare queste difficoltà, i ricercatori hanno sviluppato una tecnologia capace di erogare in appena 80 millisecondi delle gocce quattro volte più piccole di quelle tradizionali, che riducono del 75-80% l’esposizione dell’occhio al farmaco. Il sistema è stato sperimentato per somministrare il collirio usato normalmente dagli oculisti per dilatare la pupilla ed esaminare il fondo dell’occhio. Le micro-dosi si sono dimostrate ugualmente efficaci, facendo finire meno farmaco in circolo nel sangue e riducendo il tasso di effetti collaterali dal 66 all’8%.

Obiettivo 2020

Entro il prossimo anno il gruppo di ricerca del dottor Ianchulev dovrebbe avviare nuove sperimentazioni cliniche per la cura del glaucoma (una delle più frequenti cause di cecità dovuta all’aumento della pressione dell’occhio), ma l’obiettivo è quello di rendere disponibile il nuovo microdosatore sul mercato entro il 2020 per un’ampia varietà di problematiche, che vanno dall’occhio secco alle allergie.

di Elisa Buson

TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE

Cataratta, glaucoma e retinopatia: ecco come vede chi ne soffre

Glaucoma: cause, sintomi e cure

Hai la congiuntivite? Prova con l’eufrasia

Occhio secco: tutti i consigli per risolverlo

Mostra di più
Pulsante per tornare all'inizio