Benessere

Punti neri: gli errori da non fare, i prodotti da usare

I consigli della dermatologa per prevenire e curare degli inestetismi che riguardano soprattutto la pelle del viso

C’è chi ne ha il naso pieno, chi ne qualcuno sparpagliato sulla fronte o sul mento e poi c’è chi non li vede, ma sa che gli tempestano la schiena. Si parla di punti neri, inestetismi cutanei insopportabili tanto quanto i brufoli, con cui fanno i conti specialmente le persone con la pelle grassa (ma non solo). Cosa sono esattamente e come prevenire la loro comparsa? Quali creme o trattamenti usare per eliminarli o perlomeno per ridurne la presenza?

I punti neri

«Tecnicamente, si possono chiamare anche comedoni aperti» esordisce Ines Mordente, medico chirurgo, specialista in Dermatologia e Venereologia, dal 24 gennaio in libreria con #AcneRevolution (Sperling & Kupfer – 17,90 euro). «Vi spiego meglio: ad ogni pelo del nostro corpo è annessa una ghiandola sebacea. Se la pelle produce sebo in eccesso, si accumula nella ghiandola. Quando il buchetto (follicolo) da cui fuoriesce il pelo si ottura (il fenomeno viene definito «ostruzione dei pori») e si riempie di sebo, genera esternamente un punto bianco (comedone chiuso) oppure, se si apre verso l’esterno, tende a riempirsi di cheratina e ad assumere un colorito scuro formando il cosiddetto punto nero (comedone aperto)».

Gruppo San Donato

I punti neri vanno schiacciati?

Quando se ne avvista uno, la tentazione immediata è di spremerlo con le dita per eliminarlo. Un errore, avverte la dermatologa, perché «al suo interno c’è un conglomerato di batteri che in questo modo rischiamo di portare all’esterno, su altre parti del viso, potenzialmente stimolando infezioni in altre zone. Senza contare il rischio di lasciare delle cicatrici sulla cute se si ripete l’operazione più volte».

Rimedi contro i punti neri

Come rimediare ai punti neri? «Per i prodotti casalinghi, quindi saponi, creme o maschere, suggeriscono di cercare prodotti che contengano sostanze con azione seboregolatrice, come l’acido salicilico o l’acido azelaico. Con la loro azione chiudono le ghiandole sebacee e bloccano la produzione di sebo» consiglia la dottoressa Mordente. «Questi acidi sono presenti anche nei trattamenti disponibili dai dermatologi. Ovviamente in formulazioni con percentuali più alte, che permettono un’azione più profonda. Unire l’utilizzo di prodotti a casa e sedute del dermatologo, può sicuramente aiutare a risolvere il problema dei punti neri e di altre imperfezioni cutanee riequilibrando il pH della pelle».

La pulizia del viso: sì o no?

Per quanto riguarda la pulizia del viso, sia come rimedio che come strategia preventiva, l’esperta suggerisce di farne due-tre massimo all’anno. «Hanno una buona azione sui punti neri, ma tendono solo a «svuotarli» e non svolgono alcuna azione disinfettante o seboregolatrice» sottolinea. «La pulizia del viso più indicata per i punti neri è quella che utilizza il vapore acqueo ed è poi seguita da una spremitura. La pulizia può fare da apripista per terapie topiche, sia casalinghe che dal dermatologo, perché agevola la penetrazione degli acidi più in profondità nella pelle».

I patch per il naso contro i punti neri

Discorso simile per i patch da mettere sul naso anti-punti neri. «Aiutano ma di certo non risolvono. Potremmo sfruttarli per favorire la penetrazione delle sostanze contenute in saponi, creme o maschere. Se una sera abbiamo deciso di fare un trattamento a base di acido salicilico che favorisce l’esfoliazione cellulare, tenere in posa un patch prima può agevolare l’assorbimento del prodotto in maggiore profondità».

Le pelli più predisposte

Non sono solo gli adolescenti ad avere la pelle grassa per motivi ormonali. Una cute che produce sebo in eccesso può essere associata a tantissimi altri fattori. In primis lo stile e la qualità di vita. «Determinati lavori, che portano a passare tanto tempo in ambienti poco ossigenati o in cui si è spesso esposti ai vapori – come le cucine – possono stimolare la comparsa di inestetismi cutanei tra cui i punti neri» osserva Mordente. «Ma anche l’alimentazione, ovviamente, il make up utilizzato e in questo periodo pandemico la mascherina. I dispositivi di protezione – conclude l’esperta – hanno alzato la media di età in cui si assiste alla comparsa di inestetismi della pelle a causa di sudorazioni e irritazioni».

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