Benessere

Montagna: come godersi neve fresca ed escursioni senza rischiare

Ecco tutti gli accorgimenti da adottare per prevenire gli incidenti ad alta quota

Trascorrere giornate ad alta quota comporta numerosi benefici per l’organismo ma come godersi neve fresca e escursioni senza rischiare di farsi male? In occasione della Giornata internazionale della montagna, che si celebra ogni anno l’11 dicembre, ecco qual è il giusto comportamento da adottare in pista (ma non solo) per sci alpinisti, escursionisti o ciaspolatori.

Sci e snowboard: come è cambiato l’approccio alla montagna?

Gli appassionati di montagna rispecchiano le abitudini della nostra società: l’atteggiamento delle persone, infatti, è cambiato anche sulla neve. Negli ultimi venti anni gli sport invernali fuoripista, che prima erano di nicchia, sono diventati molto popolari e si sono evoluti in nuove discipline sempre più tecniche, che a volte hanno come obiettivo la ricerca della performance sportiva, anche estrema. Sono approcci meno legati all’ambiente rispetto a un tempo. La neve fresca è fantastica, regala molte emozioni, ma la passione e l’entusiasmo non devono far perdere di vista, banalmente, i pericoli nei quali ci si può trovare, e questo vale tanto per i neofiti quanto per gli esperti. La montagna è una palestra di vita che va affrontata con la corretta impostazione, non si può pretendere tutto e subito.

Gruppo San Donato

Quali sono gli incidenti tipici della stagione invernale?

Tra gli incidenti in neve fresca, fuori pista, il più frequente è sicuramente quello causato dalle valanghe, fenomeno che nell’80% dei casi è provocato da chi poi ne rimane vittima o dal gruppo del quale fa parte. Le valanghe non si verificano su piste battute, che sono controllate e bonificate periodicamente dal gestore degli impianti, ma sono tipiche della neve fresca e dunque del freeride. Oltre al rischio valanga, non bisogna dimenticare le scivolate e l’ipotermia che sono gli altri due incidenti caratteristici della montagna in inverno. Le scivolate, su neve o sentieri ghiacciati, coinvolgono soprattutto gli escursionisti con scarponi o quelli con le ciaspole (racchette da neve). L’ipotermia è un fenomeno pericoloso e insidioso, che può provocare la morte; il freddo e il brutto tempo vengono spesso sottovalutati, soprattutto d’inverno, ma si verificano all’improvviso e spesso è troppo tardi per intervenire.

Autosoccorso: qual è l’attrezzatura indispensabile per non farsi cogliere impreparati?

Certe situazioni pericolose vanno semplicemente evitate. Il buon senso in montagna non dovrebbe mai mancare; soprattutto fuori pista occorre una buona capacità di valutazione del pericolo per capire che cosa sta succedendo, senza dimenticare che la valutazione del manto nevoso non è mai cosa semplice. Un’attenta preparazione della gita, con l’ascolto puntuale del bollettino di rischio valanghe, è d’obbligo. Nello specifico, per quanto riguarda le valanghe, non bisogna mai uscire da soli ed essere dotati di ARTVa, il ricetrasmettitore elettronico che permette la localizzazione in caso si venga travolti. Piccozze e ramponi sono poi indispensabili per affrontare certi tipi di sentieri ghiacciati. L’ipotermia si evita con il giusto equipaggiamento tecnico, uno strato termico, uno isolante e un guscio esterno che ripara dal gelo e dal vento. Bisogna evitare di rimanere bloccati, soprattutto quando si è sudati o bagnati.

In caso di incidente come ci si deve comportare e a chi ci si deve rivolgere?

Anche se non è facile, occorre pensare alla propria incolumità, rimanere calmi senza farsi prendere dal panico, solo così si potrà prestare aiuto ai compagni in difficoltà. Se si è bloccati di notte, bisogna ripararsi dal vento magari scavando una truna (buca nella neve), coprirsi bene, con un telo termico che, con poco peso, può risultare comunque utile. Sarà necessario chiamare il 118 per chiedere l’intervento del soccorso alpino. Il bagaglio tecnico che si porta con sé è fondamentale e a questo proposito l’esperienza fa la differenza. Chi pratica sport invernali in montagna dovrebbe frequentare dei corsi specifici per imparare ad affrontare gli imprevisti e gli incidenti che si possono verificare, tenendosi aggiornati di anno in anno.

La tecnologia può essere di aiuto?

In alcuni casi sì, ma non ci si può affidare soltanto ad essa perché, paradossalmente, può creare falsa sicurezza e si rischia di sentirsi onnipotenti quando non lo si è. La montagna pretende rispetto e oggi, con le nuove generazioni, questo valore rischia di perdersi. I nostri padri non avevano GPS o strumenti sofisticati, ma erano prudenti e rispettosi dell’ambiente, conoscevano i propri limiti. Erano più saggi e modesti e sapevano quando dovevano rinunciare a proseguire, perché dalla montagna si può e si deve tornare.

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