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Dai primi passi all’agonismo: come avvicinarsi al mondo del tennis

L’esperto ci svela a che età iniziare a praticare questa disciplina sportiva e gli step necessari per diventare un professionista

Sta vivendo un vero periodo di gloria in Italia, grazie al successo di talenti che portano il nome di Jannik Sinner, Lorenzo Musetti, Lorenzo Sonego e Matteo Berrettini. Richiede determinazione, sacrificio e dedizione. È il tennis, uno degli sport maggiormente praticati a livello mondiale. Dai primi passi fino all’agonismo più avanzato, grazie al contributo di un esperto, Ok Salute e Benessere vi svela come avvicinarsi a questa disciplina e gli step necessari per diventare un professionista.

Tennis: a che età si può iniziare

Come per molti altri sport, si può iniziare a giocare a tennis già in tenera età, ovvero dai quattro anni in avanti. «In questa fase si parte con il mini tennis, ovvero degli incontri di avvicinamento allo sport in generale che incoraggiano la socializzazione con il corpo, ma anche la percezione dell’equilibrio, e che servono ad un bambino per aumentare le proprie capacità in maniera indotta» spiega Alberto Bovone, direttore tecnico dell’Oltrepo tennis Academy, in provincia di Pavia, nata nel 2018 dall’idea della famiglia Brambati di creare un centro tecnico agonistico per la pratica del tennis e l’avviamento al professionismo.

Gruppo San Donato

Durante i primi allenamenti il bambino inizia a prendere confidenza con la racchetta, a colpire la pallina con un attrezzo e a controllare i movimenti del corpo all’interno del campo da tennis. Un’occasione, tra divertimento e coinvolgimento, per stimolare anche la coordinazione, l’agilità e la concentrazione. A questo si accompagna poi una visita posturale con un fisioterapista, necessaria a valutare eventuali criticità della crescita.

All’età di 8-9 anni, se scocca la scintilla, tenuto conto di possibilità, capacità e attitudini, «il ragazzino può iniziare ad allenarsi tre volte a settimana, sempre combinando l’allenamento con una parte di preparazione atletica, prevenzione, quindi lavori di riscaldamento e attivazione muscolare, e aiuto alla crescita». Questo è un passaggio fondamentale affinché «la macchina, ovvero il corpo, diventi operativo» sottolinea Bovone. In questa fase l’adolescente inizia ad addentrarsi nel mondo del tennis, «in una dinamica sportiva più indirizzata e precisa fatta di campi e palline adeguati, oltre che di manifestazioni e competizioni».

Come si arriva all’agonismo

Attitudine, volontà, resistenza, ma anche resilienza e obiettivo: è questa la direzione verso cui bisogna andare se si ambisce all’agonismo e, ancor più, al sogno di diventare un campione di tennis. «Per entrare nel mondo dell’agonismo più avanzato, nel caso di un ragazzino in fase di crescita, oltre all’allenamento e alla preparazione atletica, si iniziano a dare una serie di informazioni generali a livello nutrizionale, con l’obiettivo di portare a conoscenza dei nutrienti necessari ad incrementare la performance sportiva».

Dopodiché, compatibilmente con il livello che sale, sale anche l’attenzione dell’atleta. «Quando si inizia a fare un lavoro semi professionistico o professionistico, il controllo dell’atleta diviene a 360° gradi». Determinante è il sostegno dal punto di vista mentale. Come spiega l’esperto «se è vero che il lavoro di un insegnante di tennis inizialmente è prettamente didattico, pian piano diventa di insegnamento e allenamento. Nel momento in cui si entra nelle fasi professionistiche l’aspetto mentale, emotivo, psicologico e di rapporto personale diviene predominante». Per questo nel percorso di crescita e formazione di un professionista, «il lavoro mentale da parte di un mental coach o di uno psicologo diviene cruciale».

La dinamica mentale del “80% tennis e 20% vita sociale”

In generale, dedicarsi al mondo sportivo professionistico comporta una serie di scelte e rinunce importanti. «Nel caso del tennis, spiego sempre ai miei ragazzi che a un certo punto, quando si arriva a un alto livello, la vita cambia, diventando 80% tennis e 20% vita sociale, per cui bisogna essere pronti ad entrare in questa dinamica mentale. – sottolinea Bovone – La partita di tennis in sé è un meccanismo di scelte continue: ogni scambio comporta sfide e ostacoli da superare, per questo è importante mettersi alla prova e partire dal presupposto che tutto ciò che è facile non è perseguibile».

Ai ragazzi che puntano al tennis a livello agonistico l’esperto consiglia di «svegliarsi la mattina e cercare di aggiungere un tassello in più al percorso sportivo che si sta facendo». Con ironia, il direttore tecnico sottolinea infine che «il tennis è catalogato come lo sport del diavolo perché, come cita il detto, il campo non mente. Questo vale non solo per i professionisti, ma per tutti: essendo soli bisogna imparare ad essere l’imprenditore, il manager o il motivatore di sé stessi sempre e comunque».

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Beatrice Foresti

Giornalista pubblicista, collabora con OK Salute e Benessere, insieme ad altre testate. È laureata in Comunicazione, Media e Pubblicità all’Università IULM di Milano e ha da poco terminato un Master in Giornalismo alla RCS Academy. È appassionata di scrittura, radio, fotografia e viaggi.
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