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Con il Pilates via la pancia senza sudare

Il metodo che sfrutta panche ed elastici ti consente di rimodellare in soli due mesi la muscolatura di addome e glutei. E senza neanche far troppa fatica!

Non sudi, non fai troppa fatica, non rischi infortuni e nel giro di due mesi rimodelli il tuo corpo, specie nei punti critici come pancia e glutei. Ecco spiegato il successo del Pilates, una tecnica in gran voga assieme allo yoga negli anni 90 negli Stati Uniti e sempre più amata dagli italiani, come l’attrice Giorgia Surina. Naturalmente non basta fare pilates per avere la pancia pianta se insisti in comportamenti sbagliati. È però sicuramente uno dei metodi migliori per rafforzare i muscoli dell’addome e a regalarti una postura corretta, che già di per sé slancia la figura. Se però soffri di gonfiore addominale, insieme al Pilates, potresti provare la dieta FODMAP. Se invece le tue difficoltà sono legate al grasso addominale puoi seguire questi altri accorgimenti.

Pilates: un po’ di storia

Il metodo è stato inventato da un medico tedesco emigrato negli States dopo la Prima guerra mondiale, Joseph Pilates, che insieme alla moglie Clara aprì nel 1926 a New York una palestra per insegnare i movimenti, con attrezzi e a corpo libero, utili per la riabilitazione dei ballerini infortunati. Un’allieva, la danzatrice Romana Kryzanowska, ha raccolto l’eredità dei coniugi Pilates e ha trasmesso la tecnica ad Anna Maria Cova, la prima insegnante italiana, che ha aperto il suo studio a Milano nel 1993: 20 anni dopo, sono oltre 300 le palestre in tutto il territorio nazionale dove si può praticare il metodo.

Gruppo San Donato

Il Pilates non fa dimagrire

Non essendo un’attività aerobica come corsa o cyclette, il Pilates non fa dimagrire. Le calorie consumate sono poche e l’obiettivo non è quello di bruciare i grassi, ma di tonificare i muscoli in modo armonico. «Con due sedute settimanali di un’ora si possono avere glutei sodi e pancia piatta senza creare un eccesso di massa muscolare», spiega Federica Varone, insegnante certificata Covatech (tecnica codificata da Anna Maria Cova). Insomma, nessun rischio di ritrovarti con un fisico da body builder.

Gambe e addome forti

Molti esercizi si concentrano sugli addominali e sulle gambe. Non si usano pesi e si lavora sempre in allungamento, per migliorare l’elasticità, la postura, la coordinazione e l’equilibrio. «In genere le prime dieci lezioni del corso sono dedicate agli esercizi chiamati mat work, che si fanno a terra», spiega Varone. «Poi si possono alternare questi movimenti agli esercizi con le macchine». Uno degli attrezzi più utilizzati nei centri Pilates è l’Universal reformer. Si tratta di una sorta di panca con un carrello mobile che permette di effettuare un intenso lavoro che coinvolge tutti i gruppi muscolari.

Pilates, chi può farlo e chi non deve farlo  

«L’altro grande vantaggio di questa tecnica di fitness è che può essere praticata a qualsiasi età e anche in presenza di artrosi, mal di schiena o malattie cardiovascolari». Franco Carnelli è primario di ortopedia e traumatologica all’Irccs Multimedica di Sesto San Giovanni (Milano). «Controindicazioni? Poche. È bene consultare il proprio medico in presenza di rigidità o instabilità di articolazioni sottoposte a traumi o a interventi e in caso di osteoporosi o disturbi neurologici».

La scelta del corso

In Italia solo una ventina di istruttori ha la certificazione della Pilates Methode Alliance, l’organismo ufficiale che si occupa di formazione del metodo. Questo non significa che non esistano altri insegnanti seri e affidabili. Come scegliere il corso? Questi i consigli dell’insegnante Federica Varone e del medico dello sport Franco Carnelli.

  • Verifica se l’insegnante ha effettuato studi in scienze motorie o in fisioterapia, quindi ha conoscenza dell’anatomia e della fisiologia muscolare.
  • Prima di iniziare l’insegnante deve informarsi sui tuoi eventuali disturbi osteoarticolari, deficit muscolari e altri problemi di salute.
  • Scegli sempre un centro che ti consente di fare una lezione di prova.
  • Evita i corsi sovraffollati: un gruppo di non più di sei persone permette all’insegnante di verificare se gli esercizi sono eseguiti correttamente.

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