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Dal concepimento ai due anni: nei 1000 giorni si scrive il futuro del bambino

L'Ospedale Bambino Gesù di Roma mette in luce come, a partire dal concepimento fino al secondo anno di vita, gli stili di vita e i comportamenti dei genitori possano influenzare sulla salute del nascituro

L’idea che la storia biologica e comportamentale di un individuo si scrivesse solo in base al patrimonio genetico ereditato dai genitori appartiene ormai al passato. Certamente lo sviluppo dell’uomo dipende dai geni ma il loro funzionamento è fortemente influenzato dall’ambiente esterno. Quest’ultimo, infatti, condiziona i geni fin da prima del concepimento e continua a farlo durante la gravidanza e nei primi anni di vita del bimbo. Significa che gli stili di vita dei genitori, gli stimoli psicologici e le scelte intraprese prima e dopo la gestazione giocano un ruolo nello stato di salute del piccolo e di quel futuro adulto. È la cosiddetta “teoria dei 1000 giorni”, nei quali si decide l’avvenire del bambino. Come fanno sapere gli specialisti dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma (clicca qui per approfondire), in questo lasso di tempo l’organismo è ancora in “via di costruzione”, quindi è più plastico e malleabile.

Come si deve comportare la donna in questi 1000 giorni del bambino

In questo senso l’atteggiamento della futura mamma è fondamentale. Una donna in età fertile alla ricerca di un bambino, ad esempio, deve sempre chiedere il parere al proprio medico o al farmacista prima di utilizzare un medicinale, anche se si tratta di quelli da banco. Quando si programma una gravidanza, poi, non ci si deve dimenticare dell’acido folico, importantissimo per garantire un normale sviluppo degli organi del feto. Questa sostanza è così indispensabile che se ne raccomanda, prima del concepimento, l’integrazione con 400 mcg al giorno.

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Una volta rimasta incinta, la donna deve riuscire a vivere in un ambiente sereno, lontana da stress e tensioni. Questi fattori, infatti, sono tra le cause più importanti di problematiche sull’embrione e poi sul feto. Deve poi continuare a praticare esercizio fisico, anche nei nove mesi di attesa. Se non ci sono controindicazioni, deve fare almeno 30 minuti di camminata veloce ogni giorno. Per quanto riguarda l’alimentazione, è sempre bene cercare di seguire il modello della dieta mediterranea, variando gli alimenti e scegliendo quelli di stagione. Ovviamente fumo e alcolici vanno aboliti. Tutto cià condiziona lo sviluppo del sistema nervoso e la programmazione della funzione di tutti gli organi del feto.

Gli stili di vita della madre influenzano la salute del bambino

Come si deve comportare l’uomo in questi 1000 giorni del bambino

Anche il papà deve fare attenzione alle proprie abitudini, a partire da 180 giorni prima del concepimento. In questa finestra temporale gli spermatozoi risentono positivamente dei comportamenti, anche se prima lo stile di vita era poco sano. Innanzituto il fumo, l’abuso di alcol, l’uso di droghe, l’obesità e le infezioni sessualmente trasmesse possono ridurre la probabilità di concepimento. In seconda battuta il fumo, l’alcol e l’esposizione professionale a sostanze tossiche possono pregiudicare il peso del bambino alla nascita e il suo stato di salute. Questi fattori, infatti, potrebbero aumentare il rischio di alcune malattie congenite del cuore o del sistema nervoso. Dopo la nascita, invece, un papà partecipe alla vita familiare è in grado di creare un legame profondo con il bambino e di rafforzare quello con la mamma. Non bisogna dimenticare che un clima sereno tra genitori e figli influenza positivamente la crescita del piccolo.

I primi due anni del bambino

Come ricordano gli specialisti di Roma, i primi due anni di vita del piccolo sono fondamentali. L’ambiente in cui vive, infatti, è in grado di influenzare gli apparati e i tessuti perché la plasticità, del cervello e di altri organi, è notevole. Lo stile di vita del bambino stesso, poi, è molto importante. L’allattamento al seno, ad esempio, consente di fornire tutti i nutrienti necessari e protegge dall’insorgenza di infezioni (come gastroenteriti, infezioni respiratorie e urinarie, otiti). Questa pratica comporta anche una riduzione del rischio di sviluppare allergie o asma e diverse altre malattie, come diabete, obesità, leucemie, malattie cardiovascolari e sindrome della morte in culla (SIDS). E poi naturalmente ci sono tante altre componenti. Il bambino, dopo che è passato un anno, dovrebbe fare almeno tre ore al giorno di movimento fisico. Importantissimo, poi, seguire il calendario vaccinale.

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