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Ciucciarsi il dito e mangiarsi le unghie protegge dalle allergie?

Uno studio rivela che queste due (brutte) abitudini potrebbero scongiurare il rischio di allergia grazie all'esposizione precoce ai germi. Abbiamo chiesto un parere all'esperta di Ok Maria Francesca Patria

Tra le abitudini dei più piccoli, quelle di succhiarsi il pollice e mangiarsi le unghie sono sicuramente due delle peggiori. Per i genitori alle prese con questi brutti vizi, però, arriva una buona notizia perché secondo uno studio condotto in Nuova Zelanda potrebbero essere in grado di difendere i bambini dalle allergie e di farlo addirittura fino al compimento dei 32 anni.

Durante la ricerca, pubblicata sulla rivista Pediatrics e svolta presso l’Università di Otago, gli esperti hanno seguito lo stato di salute di oltre mille bambini nati tra il 1972 e il 1973 a partire dall’adolescenza fino al compimento dei 32 anni. In questo arco temporale, i ricercatori hanno condotto dei test cutanei per verificare la presenza di allergia nei soggetti del campione.

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Dopo aver chiesto ai genitori se questi bambini avessero l’abitudine di succhiarsi il pollice o mangiarsi le unghie tra i 5 e gli 11 anni, gli esperti hanno scoperto che la presenza di allergie era più presente tra coloro che non si erano mai succhiati il pollice o mangiati le unghie.

«L’ipotesi igienica è sicuramente valida – spiega Maria Francesca Patria, esperta in patologie allergiche e respiratorie (puoi chiederle un consulto qui) – più precoce è il contatto con i germi, più il sistema immunitario di una persona si polarizza verso una risposta non allergica, ma reattiva nei confronti delle infezioni». Sotto questo punto di vista, però, la scoperta neozelandese non dice nulla di nuovo, perché a dimostrarlo erano già arrivati altri studi che in passato avevano analizzato la risposta immunitaria di figli di contadini. «I risultati della ricerca avevano rivelato che i bambini che fin da piccoli entravano a contatto con animali e fienili, sviluppavano raramente allergie grazie alla precoce esposizione ai germi» spiega l’esperta.

Secondo la dottoressa, però, la vera debolezza dello studio neozelandese risiede nella sua natura retrospettiva, perché «i genitori a distanza di molti anni si sono dovuti ricordare se il proprio figlio da piccolo si mangiava le unghie o si ciucciava il dito». Tuttavia, la dottoressa Patria è d’accordo con l’autore dello studio Robert Hancox nel sostenere che entrambe le abitudini non vadano incentivate nonostante la funzione protettiva nei confronti delle allergie.

Sappiamo bene, infatti, la molteplicità di aspetti negativi che nascondono sia il vizio di mangiarsi le unghie (in alcuni casi può essere anche l’anticamera del bruxismo), sia quello di ciucciarsi il pollice. Come l’utilizzo del ciuccio dopo un anno di vita, avere l’abitudine di tenere in bocca il dito «è un capriccio che a lungo andare altera la morfologia del palato, favorisce le otiti ricorrenti, le ostruzioni del naso e anche le infezioni delle basse vie aeree» conclude Patria.

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