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Lo yogurt fa bene al fegato?

Secondo un nuovo studio, in una popolazione adulta, l’assunzione abituale di yogurt si associa a una riduzione del rischio di steatosi epatica non alcolica

Lo yogurt fa bene al fegato? Possiamo aggiungere alla lista dei suoi effetti benefici anche quello nei confronti del fegato? Sì, perché da un recente studio è emerso avere un certo grado di protezione nei confronti dell’accumulo di grasso nel fegato per motivi non legati all’abuso di alcol. Una condizione conosciuta con il nome di NAFLD (Non Alcoholic Fatty Liver Disease) che interessa circa un quarto di tutta la popolazione mondiale ed è associata a un aumento del rischio di patologie cardiovascolari.

L’evoluzione della NAFLD

Inoltre, se non viene trattata può portare all’insorgenza di steatoepatite non alcolica (NASH). Si tratta di una condizione più grave perché il fegato è soggetto a processi infiammatori, di cicatrizzazione e morte dei tessuti (necrosi), che alterano in modo definitivo la funzionalità dell’organo. È una malattia epatica cronica che può evolvere fino allo stadio di cirrosi epatica e portare ad insufficienza epatica.

Gruppo San Donato

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Lo studio sul consumo di yogurt

La ricerca, pubblicata a settembre 2019 sull’European Journal of Clinical Nutrition, ha esaminato in modo trasversale 24.389 soggetti adulti, uomini e donne, suddividendoli in quattro categorie di consumo di yogurt. Chi lo consumava meno di una volta la settimana (gruppo di riferimento), una volta la settimana, due-tre volte la settimana e quattro volte o più in un settimana. Di tutti, inoltre, sono stati raccolti i dati relativi allo stile di vita, i parametri antropometrici e i principali valori metabolici, correlando i livelli di consumo con la eventuale presenza di NAFLD.

I giovani in forma consumano più yogurt

L’analisi dei dati ha rivelato un consumo più frequente di yogurt tra i soggetti più giovani, prevalentemente di sesso femminile, che praticavano regolarmente esercizio fisico, con parametri antropometrici e metabolici mediamente migliori.

Gli anziani hanno una dieta peggiore

I soggetti nei quali è stata fatta diagnosi di NAFLD, erano invece in media più anziani, in prevalenza uomini, con parametri antropometrici e metabolici tendenzialmente meno controllati, e seguivano una dieta più povera di frutta e più ricca di grassi.

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Più yogurt, meno NAFLD

Entrando nello specifico, i ricercatori hanno rilveato che all’aumentare dei livelli di consumo di yogurt (sia da latte parzialmente scremato, che intero) si riduceva, in modo dose-dipendente, la frequenza di NAFLD.

Il possibile ruolo dei batteri probiotici e del calcio

Il merito può essere attribuibile ai probiotici contenuti in certi tipi di yogurt (anche se non tutti gli yogurt hanno attività probiotica),ma anche l’apporto di calcio contribuisce a stimolare l’ossidazione del grasso corporeo. L’effetto nei confronti del rischio di NAFLD potrebbe quindi essere diretto (e non meramente di natura associativa). Alcuni studi sperimentali suggeriscono infatti che calcio e vitamina D siano direttamente coinvolti nella prevenzione di questa condizione.

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