Salute

Cirrosi epatica: sintomi, cause e terapie

In Italia ci sono circa 200.000 persone che convivono con una cirrosi epatica e ogni anno circa l'8% di essi muore a causa di questa malattia

È una malattia particolarmente insidiosa e pericolosa. Diventa cruciale intervenire il prima possibile sui pazienti colpiti da cirrosi epatica, una malattia degenerativa del fegato, causata da un’infiammazione cronica, che ne determina cambiamenti significativi nella struttura e nelle funzioni.

La trasformazione dello stato di infiammazione del fegato in cirrosi epatica è piuttosto lenta nel tempo. La situazione peggiora lentamente in modo progressivo, con la sostituzione del tessuto del fegato con tessuto fibrotico, o cicatriziale. Le conseguenze sono molto pesante, perché il fegato non riesce più a svolgere le sue funzioni, le principali delle quali sono la digestione del cibo e delle bevande e il metabolismo di molti farmaci.

Gruppo San Donato

Nelle persone con l’epatite cronica possono essere necessari anche 20 anni prima che si sviluppi la cirrosi. Questo processo è accelerato dall’abuso di alcol.

Quali sono le cause della cirrosi epatica?

I fattori che possono portare alla cirrosi sono diversi. I più frequenti sono:

In Italia sono le epatiti le cause principali delle cirrosi. In circa 6 casi su 10 la cirrosi si deve alla presenza di epatite C, il 17% a epatite B, il 16% ad abuso cronico di alcol. Infine il 7% delle cirrosi è causato dal fegato grasso. Nel Nord Europa l’eccesso di alcol provoca il maggior numero di questa malattia.

Quali sono i sintomi?

Nella maggior parte dei casi all’inizio non ci sono sintomi e può quindi essere scoperta solo se ci si sottopone a esami diagnostici per altri motivi. Anche se non ci sono manifestazioni, il fegato risulta già danneggiato.

Nelle fasi successive i sintomi più importanti sono:

  • nausea,
  • debolezza e affaticamento,
  • perdita dell’appetito,
  • dimagrimento.

Più si va avanti nella malattia e più si manifesta con sintomi più importanti, come:

  • ittero, quindi l’ingiallimento della pelle e della parte bianca degli occhi;
  • aumento del volume della milza,
  • disturbi digestivi,
  • difficoltà di concentrazione e perdita della memoria,
  • alterazioni delle unghie e della pelle,
  • accumulo di liquidi nell’addome (ascite) e negli arti inferiori (edema).

Negli ultimi vent’anni sono diminuiti i casi di cirrosi grazie alla maggiore consapevolezza dei pazienti e dei medici di famiglia, oltre all’uso delle siringhe monouso. Il mondo scientifico è convinto che questo trend possa continuare anche nei prossimi anni, specie per quanto riguarda i casi di cirrosi dovuti all’abuso di alcol. Continua a crescere invece quella legata a steatoepatite, una condizione infiammatoria del fegato presente in circa il 20% dei casi di steatosi epatica non alcolica (fegato grasso). Circa un quarto degli italiani ha una steatosi epatica non alcolica. I suoi fattori di rischio sono:

  • obesità,
  • diabete di tipo 2,
  • livelli alti di colesterolo,
  • eccesso di trigliceridi nel sangue,
  • sindrome metabolica.

Quali sono le terapie per la cirrosi epatica?

Non esiste una cura specifica per la cirrosi epatica. È fondamentale quindi rallentarne il più possibile lo sviluppo, individuando la causa che l’ha provocata.

Quando la cirrosi è causata dall’abuso di alcol, bisogna ad esempio smettere immediatamente di bere alcolici. Quando è provocata da epatiti, occorre assumere i farmaci contro le epatiti.

Quando si trova nello stadio più avanzato, la malattia diventa irreversibile e la sola possibilità di cura efficace è il trapianto di fegato.

Come si previene la cirrosi?

Il modo migliore di agire contro la cirrosi è la prevenzione. Tra i comportamenti migliori ci sono:

  • non bere alcolici, o bere con estrema moderazione le bevande alcoliche;
  • seguire una dieta ricca di frutta e verdura e povera di grassi;
  • vaccinarsi contro le epatiti;
  • non bere acqua o alimenti contaminati;
  • usare farmaci solo quando sono strettamente necessari.

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