Alimentazione

Il pesce d’allevamento? È nutriente come quello di mare

Orate e branzini da acquacoltura: prezzo più basso, valore nutrizionale alto

Nella piramide alimentare mediterranea, premiata da molti studi come il regime più sano, i nutrizionisti consigliano di consumare almeno due porzioni di pesce alla settimana: è un modo per fare provvista di proteine, vitamine e soprattutto omega 3, i grassi polinsaturi utili a prevenire malattie cardiovascolari e a mantenere in forma il cervello.

Meno omega 3 e più omega 6
Molte specie ittiche, come salmone, branzino (o spigola) e orata, in vendita al supermercato e nelle pescherie, provengono nella maggioranza dei casi da allevamenti: sono per questo motivo meno nutrienti di quelli che vengono pescati in mare aperto?
«La risposta è no», rassicura Elena Orban, coordinatrice dell’area di scienze degli alimenti all’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran). «Proteine, vitamine e altri valori nutritivi sono sempre elevati: ci sono solo un po’ meno omega 3 e un po’ più omega 6, soprattutto in branzini e orate nutriti con mangimi nei quali una parte delle farine di pesce viene sostituita da farine vegetali».

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Ma gli omega 6, un’altra famiglia di acidi grassi polinsaturi, non sono da buttar via, perché esercitano numerose funzioni essenziali: in particolare, sono coinvolti nella sintesi delle prostaglandine (molecole-chiave nei processi infiammatori, nell’avvio delle mestruazioni, nella protezione della mucosa gastrica e in altri processi biologici ancora).
Gli omega 6 sono antagonisti degli omega 3 ed è molto importante che il rapporto fra tali sostanze sia equilibrato. Nei pesci di allevamento questo avviene.
Quello che cambia davvero è il sapore (un po’ sciapo rispetto al pescato, che sa più di mare), la consistenza delle carni (meno compatte) e le calorie (leggermente superiori).

Il prezzo è due volte più basso
E a cambiare, in favore delle specie provenienti da acquacoltura, è soprattutto il prezzo, che arriva a essere fino a due-tre volte più basso. Ma a che cosa prestare attenzione quando si fa la spesa? «Bisogna controllare innanzitutto l’etichetta», consiglia Orban. «Deve indicare la denominazione commerciale della specie, il metodo di produzione (se pescato o allevato), la zona di cattura per il pescato, il prezzo di vendita al chilo. Per il pesce allevato dev’essere specificato il Paese di provenienza».
Conoscere la nazione d’origine è importante perché consente di scegliere i pesci allevati nell’Unione europea, dove le norme sono molto restrittive, e di evitare prodotti importati da Vietnam, Cina o Indonesia, dove le specie da acquacoltura potrebbero essere state nutrite anche con antibiotici, che in Europa non sono permessi.
Maria Giovanna Faiella – OK La salute prima di tutto

Ultimo aggiornamento: 7 aprile 2010

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