Alimentazione

Cibi biologici: non sono più salutari degli altri

Uno studio inglese dimostra che, per gli apporti nutritivi, la differenza dagli alimenti tradizionali è minima

Testo di Edoardo Boncinelli,
professore di biologia e genetica
all’Università Vita Salute
San Raffaele di Milano

Una moda. Il cibo biologico è uno dei diversi aspetti della società del benessere e del consumismo, ma non ha più benefici nutrizionali rispetto agli alimenti convenzionali. Insomma, non fa in genere né bene né male. Fa solo spendere di più.
A conferma della tesi è anche arrivato uno studio importante della London School of hygiene & tropical medicine (pubblicato sull’American journal of clinical nutrition). È una rilettura sistematica di 162 pubblicazioni scientifiche degli ultimi 50 anni.
«Sono state trovate poche differenze negli apporti nutritivi tra i cibi biologici e gli alimenti preparati tradizionalmente, e queste poche differenze non hanno alcuna rilevanza per la salute», ha spiegato Alan Dangour, tra gli autori della ricerca.
Il nodo della differenza tra bio e convenzionale consiste prevalentemente, ma non esclusivamente, nella ridotta quantità di prodotti chimici usati per tali colture (fertilizzanti, diserbanti e antiparassitari di vari tipi).
Non si tratta solo di frutta e verdura, ma di un complesso di prodotti per l’alimentazione, come il latte e i suoi derivati, i prodotti della fermentazione, o il miele, ottenuti sempre in condizioni di bassi dosaggi di sostanze chimiche di produzione industriale.

Gruppo San Donato

Bio, un mercato in continua espansione
Il concetto è quello di adottare procedure il più possibile naturali, cioè vicine a quello che si ritiene, più o meno ragionevolmente, fossero quelle di un tempo, anche se non è chiarissimo quando e dove queste siano state adottate.

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Questo tipo di mercato, in espansione per anni, ha dato vita a un giro d’affari a livello mondiale di circa 48 miliardi di dollari (stime 2007). Alcune Regioni italiane hanno anche approvato leggi o regolamenti che impongono l’uso di prodotti derivanti da un’agricoltura biologica per preparare i pasti di particolari categorie di persone, primi fra tutti i bambini di materne ed elementari.

Non sempre è un bene bandire la chimica
Che dire? La corsa al biologico è un fenomeno sociale con una grossa componente psicologica e rituale. Ha rappresentato la reazione agli eccessi delle colture intensive, appiattite sulle ali del consumismo alimentare regnante nei Paesi più sviluppati.
La necessità di produrre grandi quantità di prodotti della terra e dell’allevamento ha portato, certo, a un uso sempre più abbondante e disinvolto dei prodotti chimici per l’agricoltura e la zootecnia. Tutto ciò ha provocato qualche danno reale, un grande disappunto della comunità dei consumatori e una sua crescente sfiducia nelle qualità dei prodotti. La reazione a questo stato di cose ha portato a una tendenza al ritorno «alle buone tradizioni di una volta, quando i cibi erano saporiti e non facevano male».
«I fautori del bio sottolineano come la frutta e la verdura coltivata in modo naturale» abbia assorbito meno sostanze chimiche e dovrebbe portare sulla superficie tracce minori delle stesse. In verità, non usare antiparassitari non sempre è un bene: se la pianta è attaccata da un parassita sconosciuto, lo portiamo nel piatto.
Qualche caso è documentato, anche se raro. L’essenza della questione sta nel valutare la consistenza dei vantaggi e del loro rapporto con la lievitazione dei costi, giustificati dalle rese più basse e dal ricorso a una manodopera abbondante e, forse, più competente.

Gli antiparassitari non sono un pericolo
Dal momento che la frutta e la verdura si possono lavare, eliminando i residui materiali dei pesticidi, il punto si restringe alla considerazione di se e quanto abbiano trattenuto e «conservino memoria» dell’avvenuto contatto con le sostanze chimiche. Qua le valutazioni divergono. Molti scienziati propendono per l’idea che i prodotti convenzionali non assorbano niente di significativo.
Edoardo Boncinelli – OK La salute prima di tutto

Ultimo aggiornamento: 20 settembre 2010

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