Sessualità

Perdite vaginali con cattivo odore: cause e cure

La vaginosi batterica è causata dalla Gardnerella vaginalis: no alle cure fai da te, sottolinea l'esperta di OK Rossella Nappi che spiega come affrontare il disturbo

Le perdite vaginali, soprattutto quelle maleodoranti, sono spesso causa d’imbarazzo sotto le lenzuola e anche fuori. Curarle e prevenirle si può e si deve. Ci spiega come affrontare le vaginosi batterica Rossella Nappi, ginecologa e sessuologa, professore associato della Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università degli Studi di Pavia – IRCCS Policlinico San Matteo (puoi chiederle un consulto qui). Anche la vulvodinia provoca perdite maleodoranti?

Perdite vaginali con cattivo odore, di che cosa si tratta?

Le secrezioni vaginali con cattivo odore sono sintomo di una vaginosi batterica, causata dal proliferare del batterio Gardnerella vaginalis che ha preso il sopravvento sulla flora batterica “buona”, formata dai lactobacilli. Un ph vaginale acido, con un valore pari a 4-4-5, è fondamentale per garantire una buona produzione di lactobacilli e quindi un buon equilibrio della flora batterica.
Spesso scambiata per una patologia banale, e per certi versi lo è, questo disturbo ha anche un grosso impatto sulla qualità della vita della donna e sulla relazione di coppia.

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Può colpire a qualsiasi età, anche le donne in gravidanza, e ha la caratteristica di essere recidiva. Essendo un disturbo cronico, può abbassare le difese verso altri tipi d’infezioni, favorendo le vaginiti o la risalita di batteri “cattivi” nell’utero, come ad esempio la clamidia. Scopri quali sono i sintomi, le cause e le terapie.

Alcune donne sono geneticamente predisposte ad avere dei lactobacilli più fragili e quindi meno protettivi perché non riescono a mantenere un ph stabile e sufficientemente acido. Anche gli squilibri ormonali possono causare alterazione della flora microbiotica. Ad esempio dopo la menopausa è molto comune soffrire di questa patologia perché gli estrogeni, che danno acidità, non sono più prodotti.

Quali sono le cause?

La vaginosi batterica è causata da uno squilibrio tra la flora batterica “buona” (i lactobacilli) e la flora batterica normalmente residente che può diventare “cattiva” quando aumenta la sua percentuale e prendere il sopravvento. La vagina è un organo molto ben costruito. Durante tutta la vita fertile il corredo di batteri buoni, i lactobacilli, mantengono un’acidità normale, con un pH 4-4,5.

La vaginosi batterica non si contrae dal partner, ma il rapporto sessuale può precipitare il problema, soprattutto se c’è l’eiaculazione in vagina. Lo sperma diluisce il pH vaginale e il valore si avvicina a 5. Questo fa sì che nelle donne predisposte il rapporto possa scatenare la patologia. Per questa ragione il preservativo è importante non soltanto come protezione per le malattie a trasmissione sessuale, ma anche quando si soffre di vaginosi batterica.

Alterano la flora batterica e quindi favoriscono l’insorgenza di questo disturbo anche la stitichezza (i consigli dell’esperto per combatterla), o l’infiammazione cronica del colon. Leggi la guida completa della malattia di Crohn.

Si può anche associare alla cistite ricorrente o dopo il rapporto, perché i batteri possono entrare nella vescica. Spesso si manifesta dopo le mestruazioni perché il sangue riduce il pH e gli estrogeni sono bassi.

Quanto contano le cattive abitudini?

Le perdite maleodoranti spingono la donna a lavarsi ripetutamente, con prodotti non idonei come le lavande vaginali interne, con la speranza di risolvere il problema. Leggi quali sono le regole per un’igiene intima corretta. Il disturbo però non si risolve, ma è soltanto rimandato di qualche ora.

Il consiglio è di lasciare perdere il fai da te, e di rivolgersi invece al proprio ginecologo che potrà verificare l’esatta origine di queste perdite maleodoranti e somministrare una corretta terapia. La vagina è un organo autopulente e le lavande vaginali, oltre a non risolvere il disturbo, possono creare squilibri al pH. Anche l’utilizzo di salviettine profumate o deodoranti intimi è sconsigliato per lo stesso motivo.
Un’altra cattiva abitudine è il ricambio non sufficiente degli assorbenti interni, e indossare indumenti sintetici. Bisogna sempre prediligere gli indumenti di cotone e cambiare con frequenza gli assorbenti interni, utilizzando quelli in cotone o medicati che contengono sostanze protettive.

Come si diagnostica?

Con un bastoncino di ovatta si preleva un po’ di secrezione vaginale e successivamente si mette a contatto con una soluzione di idrossido di potassio. In pochi secondi, se viene fuori un cattivo odore, simile al pesce marcio, significa che ci si trova in presenza di batteri come la Gardnerella vaginalis. È un batterio che normalmente si trova nella flora batterica perché stimola lo sviluppo dei lactobacilli e delle difese naturali dell’organismo. Purtroppo quando prolifera più del 5% sul totale della flora batterica, la Gardnerella genera un odore cattivo. In più è quasi sempre accompagnato da perdite abbondanti che possono essere più o meno scure, in genere bianco/verdastre.

Come si cura e come si previene?

Se non si segue una terapia adeguata, la vaginosi batterica non si sconfigge. La terapia è antibiotica mirata, orale o locale, da seguire per massimo sei giorni. Si consiglia di utilizzare comunque il preservativo durante la terapia. Il primo passo per la prevenzione è di acidificare la vagina facendo dei cicli di prebiotici e probiotici per via orale o sotto forma di ovuli, soprattutto nei giorni del ciclo. Conosci la differenza tra prebiotici e probiotici? Anche la vitamina C può essere efficace.
La vaginosi batterica è più frequente nelle donne che hanno rapporti con più partner, anche se non è una malattia a trasmissione sessuale. Quindi l’utilizzo del condom è utile anche a livello preventivo. L’uso degli antibiotici porta sempre uno squilibrio della flora batterica vaginale. Rafforzare sempre il sistema immunitario con frutta e verdura e con sostanze naturali come l’echinacea, che è molto efficace. L’intestino va regolato non soltanto con la dieta corretta a base di frutta, verdura, fibre e idratazione, ma anche usando probiotici e prebiotici.

Eliana Canova

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