Salute

Tutti i pazienti guariti da Covid sviluppano gli anticorpi

Una ricerca cinese spazza via i dubbi sull'immunità da coronavirus una volta che si è guariti dalla malattia

Tutte le persone guarite da Covid-19 producono anticorpi contro il coronavirus, anche se in quantità diverse. Il risultato di uno studio cinese della Chongqing Medical University spazza via ogni dubbio sul fatto che i pazienti che superano la malattia creino gli anticorpi specifici. Le perplessità di parte del mondo scientifico avevano fatto temere che questo non avvenisse. Invece i pazienti guariti sviluppano gli anticorpi specifici per combattere Covid. Ora non ci resta che capire per quanto tempo. A questa seconda domanda è però difficile dare risposta, se non quando saranno passati mesi o anni.

Pazienti guariti sviluppano gli anticorpi: la ricerca cinese ne dà conferma 

I ricercatori in forza all’università cinese hanno cercato gli anticorpi su 285 pazienti. I risultati non lascio spazio a dubbi. Su 285 pazienti messi sotto osservazione, 285 hanno sviluppato gli anticorpi contro Covid-19. Entro i 19 giorni dall’esordio dei sintomi il 100% dei pazienti è risultato positivo all’immunoglobulina G (IgG) antivirale. Quando un agente patogeno come un virus entra nel corpo umano “viene preso in carico” da anticorpi non specifici che si chiamano immunoglobuline M. Dopo alcuni giorni il sistema immunitario sviluppa le immunoglobuline G, che sono gli anticorpi specifici per quella determinata malattia. Le immunoglobuline G sono infatti il tipo di anticorpo capace di riconoscere il virus se dovesse rientrare nell’organismo ed eliminarlo.

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Quali sono le conseguenze pratiche di questa scoperta?

La conseguenza più importante è che ora i test sierologici possono essere utili per la diagnosi di pazienti sospetti Covid, ma negativi al tampone, o per identificare le infezioni asintomatiche.

Il primo a commentare la notizia in Italia è stato il virologo Roberto Burioni. In un tweet lo scienziato ha detto che questi risultati rendono “affidabile la diagnosi sierologica e, se gli anticorpi fossero proteggenti, promette bene per l’immunità”.

Pazienti guariti sviluppano gli anticorpi: la spiegazione dell’esperto

Anche il professor Guido Silvestri della Emory University in un post su Facebook ha commentato la ricerca e ha spiegato che il test messo a punto dai colleghi cinesi ha usato come antigenti la nucleoproteina di Sars-CoV-2 e un peptide della spike, la proteina-arpione attraverso cui il nuovo coronavirus aggancia nelle cellule bersaglio.

“Lo studio è importante – ha spiegato ancora Guido Silvestri – in quanto conferma che il nostro sistema immunitario monta una risposta anticorpale contro il virus. Risposta che con tutta probabilità, basandosi sui precedenti di Sars-1 e Mers, oltre che sui modelli animali di infezione da coronavirus, protegge dalla reinfezione o almeno dal ritorno della malattia”. Ci sono stati infatti casi limitati di reinfezione, ma non è mai stato svolto uno studio clinico.

“Come detto molte volte – precisa Silvestri – ancora non possiamo sapere quanto dura questa risposta (vi prego, non mi chiedete ‘perché non lo possiamo sapere?’), ma i precedenti con virus simili suggeriscono che dovrebbe durare almeno 12-24 mesi”.

Solo qualche giorno fa l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva espresso dubbi sulla patente di immunità data dai test seriologici, perché mancava ancora uno studio che confermasse questa possibilità.

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