Tumori

Le fake news sul tumore al seno più diffuse in Rete

La tinta dei capelli può essere pericolosa? E la ceretta sotto le ascelle? Il reggiseno può alzare il rischio? E i tatuaggi? Tutte le risposte

Come spesso avviene nel campo della salute sono molte le fake news sul tumore al seno che circolano in Rete. Ma quali sono le più diffuse?

Fake news sul tumore al seno: la tinta dei capelli alza il rischio?

«La tinta per i capelli fa male e può provocare il cancro». È questo l’incipit di diversi articoli online pubblicati in questi giorni. Allarmismo o verità? La notizia, parafrasata smussando eccessivamente gli angoli della pubblicazione originale (un articolo del Daily Mail), non è del tutto esatta. Soprattutto, non è supportata da studi scientifici che, in tema di salute, sono a dir poco essenziali.

Gruppo San Donato

Da cosa è nata questa notizia?

Cosa dice esattamente il professor Kefah Mokbel, senologo del Princess Grace Hospital di Londra, citato come autore della notizia che ha messo in allarme molte donne? Il suo consiglio è quello di non tingere i capelli più di sei volte l’anno e di utilizzare prevalentemente ingredienti naturali, come ad esempio l’henné. A quanto pare, infatti, il professore averebbe scoperto che le donne che colorano i capelli più di sei volte all’anno hanno il 14% di rischio in più di sviluppare un cancro al seno.

Non ci sono studi scientifci

Tuttavia, come lui stesso dichiara, «sono necessari ulteriori studi per confermare questi risultati». E, come spiega Sanna Heikkinen, del Finnish Cancer Registry, per ora «è stata solo osservata un’associazione statistica tra l’utilizzo della tinta per capelli e il rischio di cancro al seno, ma non è possibile confermare una reale connessione tra i due eventi. L’associazione osservata, potrebbe essere dovuta, ad esempio, al fatto che le donne che sono solite fare tante tinte per capelli in un anno usano anche altri cosmetici rispetto alle donne che non hanno l’abitudine di tingersi». Potrebbero essere quindi altre abitudini e stili di vita, che accomunano queste donne, a rappresentare il fattore di rischio per il cancro al seno, e non la tinta per capelli.

Non allarmiamoci

Insomma, ad oggi studi scientifici che documentino la connessione di causa-effetto tra tinta e tumore al seno non esistono. Quella condotta dagli esperti inglese è un’osservazione statistica, che crea allarmismo, ma va considerata con il dovuto peso.

Fake news sul tumore al seno: la ceretta sotto le ascelle alza il rischio?

Per depilarti le ascelle usi il rasoio perché hai letto da qualche parte che la ceretta può essere in qualche modo colpevole del tumore al seno? Riprendi pure in mano cera e strisce depilatorie (oppure chiama l’estetista) perché tra le due cose non c’è nessuna correlazione.

A confermarlo anche Corrado Tinteri, responsabile della Breast Unit di Humanitas. «Avere l’abitudine di depilarsi il cavo ascellare non rappresenta un fattore di rischio per il cancro alla mammella. Piuttosto, è possibile che la depilazione, come evento traumatico, possa innescare una linfadenite reattiva delle ghiandole linfatiche; la sintomatologia può essere quella di piccole palline dure e dolenti sotto le ascelle che, in genere, scompaiono nel giro di pochi giorni. Anche i detergenti e le creme depilatorie non sono coinvolti nella genesi del carcinoma mammario».

Il reggiseno può alzare il rischio?

A spazzare via ogni dubbio sul legame tra i vari modelli di reggiseno, con o senza ferretto, e il tumore al seno è una ricerca del 2014 pubblicata sulla rivista dell’Associazione Americana per la Ricerca sul Cancro. «Non abbiamo rilevato alcuna prova che il reggiseno, di qualsiasi tipo e indipendentemente da quanto lo si porta, possa aumentare il rischio di cancro al seno». Lu Chen è coordinatore dello studio. A supportare questa tesi anche l’italiano Corrado Tinteri, responsabile della Breast Unit di Humanitas. «Non c’è nessuna prova scientifica che la compressione del sistema linfatico possa aumentare l’assorbimento di tossine liberate per contatto dal metallo con la pelle».

Depennate quindi il reggiseno tra i fattori di rischio del tumore al seno. Ricordatevi di fare attenzione a non indossarlo troppo stretto, abitudine che non gioverebbe alla vostra circolazione. Qui trovate invece i sintomi del tumore al seno

Perché si pensava che ci potesse essere un legame tra reggiseno e tumore al seno?

L’ipotesi era che il reggiseno causasse il ristagno del liquido linfatico. La linfa della mammella è invece drenata a livello dei linfonodi del braccio, che non sono compressi dal reggiseno. Non ci sono aree di drenaggio a livello della piega sotto il seno.

Fake news sul tumore al seno: il deodorante può essere un pericolo?

Spesso l’uso di deodoranti è stato messo sotto la lente di ingrandimento. Si è ipotizzato potessero aumentare il rischio di ammalarsi di tumore al seno per il loro alto contenuto in parabeni e alluminio.

Sono molti gli articoli che si trovano su internet che sostengono che il deodorante non consentirebbe di eliminare col sudore alcune tossine, favorendo così la comparsa di mutazioni e quindi il cancro.

Si sostiene anche che l’alluminio e i parabeni avrebbero un effetto cancerogeno. C’è chi si spinge a sostenere che i tumori si svilupperebbero più frequentemente nel quadrante superiore esterno della mammella per la vicinanza con i linfonodi bloccati dal deodorante. Tutto falso, come spesso accade per articoli che si trovano su siti nel variegato mondo del web.

La scienza dice che non c’è alcun legame

Studi scientifici però non hanno evidenziato alcun legame significativo tra l’uso del deodorante e la manifestazione della malattia. Un lavoro ha messo a confronto i dati relativi a più di 800 donne con cancro al seno e altrettante sane. Sono state analizzate le loro abitudini in materia di igiene. I risultati non lasciano adito a dubbi: non c’è alcuna differenza tra i due gruppi.

Le ricerche sull’alluminio non hanno rilevato un legame tra il suo effetto sui recettori degli estrogeni e il tumore mammario, mentre i parabeni sono sostanze con un lieve effetto simile a quello degli estrogeni, ma anche nei loro confronti gli studi danno risultati poco significativi.

Fake news sul tumore al seno: i tatuaggi alzano il rischio?

Tatuaggi e tumore al seno? Anche questo, però, è un falso mito. Se sei appassionata di tattoo, non preoccuparti, non rappresentano un fattore di rischio per il cancro alla mammella. Nella pratica dei tatuaggi, infatti, i rischi sono altri. «Infezioni cutanee, reazione allergiche o infezioni virali (epatiti, Hiv)» spiega Andrea Sagona, senologo dell’Humanitas di Rozzano.

Tatuaggi e tumore al seno: nessun legame, ma i pigmenti possono essere pericolosi

Se i pigmenti utilizzati per fare i tatuaggi non sono correlati al tumore alla mammella, possono comunque essere pericolosi. «Negli inchiostri colorati sono presenti metalli (cadmio, cobalto, mercurio), idrocarburi e ftalati, considerati cancerogeni per il sistema endocrino – sottolinea Sagona – altri casi di tumore della pelle sarebbero riconducibili, stando a quanto riportato nella letteratura scientifica, alla pratica del tatuaggio. Questo vale sia per il trauma cutaneo indotto dagli aghi, sia per i coloranti, ma anche per l’esposizione al sole senza protezioni, perché l’azione dei raggi ultravioletti risulta amplificata dalla presenza dei pigmenti».

Cosa c’è dentro i pigmenti ritenuti cancerogeni?

Non aumentano il rischio di tumore alla mammella, ma per il tumore alla pelle alcuni alzano le probabilità. Ecco perché recentemente sono stati ritirati dal mercato alcuni pigmenti. Le sostanze trovate in questi colori vanno dalle ammine aromatiche, come la toluidina e l’anisidina, agli idrocarburi policiclici aromatici, come il benzoapirene, altre sostanze inserite da tempo tra i cancerogeni. Tra gli altri ingredienti pericolosi, anche metalli pesanti come il cromo e il nichel, inseriti in alcuni pigmenti in dosi oltre i limiti.

Leggi anche…

Mostra di più

Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
Pulsante per tornare all'inizio