Salute

Tumore al seno: un nuovo meccanismo causa le forme più aggressive

Un nuovo studio italiano ha fatto luce sui motivi per cui in alcuni casi la massa tumorale cresca in modo incontrollato

Quali sono le cause del tumore al seno aggressivo? Scoperto un nuovo meccanismo molecolare con cui i tumori al seno si arricchiscono di cellule staminali tumorali. I ricercatori delle Università di Torino, della Statale di Milano e dell’Istituto Europeo di Oncologia hanno evidenziato che queste cellule hanno due funzioni: da un lato accelerano la crescita della massima tumorale, dall’altro inibiscono la risposta immunitaria, contrastando la crescita della massa stessa. Questa scoperta apre nuove strade alle terapie contro i tumori al seno più aggressivi. Si possono leggere i risultati sulla rivista scientifica Nature Communications.

Cause del tumore al seno aggressivo: il ruolo della proteina p140Cap

La principale responsabile è una proteina, la p140Cap, che blocca la crescita tumorale. La sua assenza causa  circa la metà di tutti i tumori al seno. Questo accade perché attiva il gene responsabile della sintesi di beta-Catenina. Si tratta di un’altra proteina, che ha forti implicazioni nella crescita tumorale. Quando si attiva in modo incontrollato, la beta-Catenina causa l’espansione del compartimento delle cellule staminali tumorali. A loro volta queste cellule rilasciano citochine anti-infiammatorie, impedendo la risposta immunitaria anti-tumorale e creando un ambiente favorevole all’ulteriore crescita del tumore.

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La proteina p140Cap ha un doppio ruolo: uno aggressivo, l’altro protettivo

«Abbiamo dimostrato una chiara correlazione tra bassi livelli della proteina p140Cap nei tumori mammari più aggressivi e una ridotta presenza di cellule del sistema immunitario, in particolare dei linfociti, nelle aree circostanti il tumore. Questi dati suggeriscono che p140Cap potrebbe essere utilizzato come un utile biomarcatore nella pratica clinica. In questo modo potremo identificare i tumori mammari con alterazioni della risposta immunitaria anti-tumorale». Il professor Salvatore Pece è ordinario di Patologia generale all’Università Statale di Milano e Direttore del Laboratorio Tumori Ormono-Dipendenti e Patobiologia delle Cellule Staminali
dell’Istituto Europeo di Oncologia.

«La p140Cap si comporta come una specie di interruttore molecolare. Tramite l’inibizione di beta-Catenina e la conseguente riduzione del compartimento delle cellule staminali tumorali, esercita una duplice funzione anti-tumorale. Da una parte inibisce l’espansione della massa tumorale. Dall’altra sostiene una efficiente risposta immunitaria anti-tumorale nel microambiente circostante». La professoressa Paola Defilippi è coordinatrice della ricerca.

«Nel corso degli ultimi anni – continua Defilippi – è emerso in modo chiaro che tra i principali responsabili all’origine della formazione e della continua crescita dei tumori ci siano le cellule staminali tumorali. Si tratta di cellule dotate di capacità illimitata di auto-rinnovamento e in grado di sostenere nel tempo la crescita della massa tumorale. Ora, attraverso questi studi sappiamo che questa funzione dipende da un’azione diretta di p140Cap sull’attività di beta-Catenina. Abbiamo anche compreso che la presenza di p140Cap è fondamentale. Questa proteina, inibendo le cellule staminali tumorali, da un lato blocca direttamente la crescita del tumore e dall’altro lato permette una efficiente risposta immune anti-tumorale nel microambiente circostante il tumore stesso».

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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