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Risvegliati da un forte boato che solo voi avete sentito? Potrebbe essere la sindrome da testa che esplode

Spesso non diagnosticato, questo disturbo colpisce un giovane su cinque

Stanchi dopo una lunga e faticosa giornata, vi infilate sotto le lenzuola pronti a farvi cullare nelle braccia di Morfeo. Gli occhi si chiudono, i pensieri iniziano a svanire, lentamente vi assopite. All’improvviso, però, venite risvegliati da uno spaventoso boato che vi rimbomba nella testa. Vi alzate di soprassalto e… scoprite che nessuno vicino a voi lo ha sentito. Niente paura, non state impazzendo: potreste semplicemente soffrire della sindrome da testa che esplode, un disturbo del sonno molto più diffuso di quanto si possa immaginare.

 

Una nuova ricerca dell’Università di Washington dimostra infatti che quasi un giovane su cinque ha sperimentato questo fenomeno, erroneamente considerato finora come un problema piuttosto raro e tipico degli ultracinquantenni.

Gruppo San Donato

 

Lo studio, pubblicato sulla rivista Journal of Sleep Research, è il più grande del suo genere, con dati relativi ad oltre 200 studenti universitari intervistati da un team di psicologi o addestrati a riconoscere i sintomi della sindrome.

 

Le cause di questo disturbo non sono ancora del tutto chiare, ma siccome compare nelle primissime fasi del sonno, si pensa che potrebbe derivare dal processo di “spegnimento” del cervello. «Quando il cervello si prepara per il sonno – spiegano i ricercatori – si comporta come un computer che deve spegnersi, con i neuroni responsabili del movimento, della vista e dell’udito che si disattivano in momenti successivi. Quando questo processo non avviene correttamente, i neuroni del sistema uditivo possono sparare i loro impulsi elettrici tutti insieme, generando quel boato che esiste solo nella nostra testa e non nell’ambiente circostante».

 

La parte del cervello interessata da questo fenomeno è la stessa coinvolta in un altro disturbo molto fastidioso, la paralisi isolata del sonno, che si manifesta nelle fasi dell’addormentamento con il blocco momentaneo della muscolatura del corpo che impedisce di muoversi o parlare per qualche secondo. Proprio questa comune “radice” biologica potrebbe spiegare un altro dato sorprendente emerso dalla ricerca, ovvero che un terzo dei giovani con sindrome della testa che esplode ha sperimentato almeno un epidosio di paralisi nel sonno.

 

Come risolvere questi problemi? Al momento non sono disponibili cure particolarmente efficaci: i farmaci più utilizzati, ricordano i ricercatori, servono solamente «ad abbassare il volume del boato, ma non a farlo sparire». Conoscere la sindrome e arrivare a diagnosticarla, però, «potrebbe già rappresentare un sollievo per i pazienti».

 

Elisa Buson

 

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