Salute

Prima terapia al mondo per prevenire l’insufficienza renale acuta

Lo studio internazionale è stato coordinato dall'IRCCS San Raffaele di Milano. L'insufficienza renale acuta è più pericolosa dell'infarto cardiaco

Una terapia per prevenire l’insufficienza renale acuta (IRA) dopo un intervento chirurgico. Durante un’operazione l’organismo è sottoposto a uno stress acuto. Diversi studi sostengono che gli organi più colpiti sono i reni. Le cause? Si riduce la perfusione renale, aumentando il rischio di insufficienza renale cronica, che può sfociare nella malattia renale cronica.

La terapia per prevenire l’insufficienza renale acuta prevede un’infusione di amminoacidi

La ricerca, coordinata dall’IRCCS San Raffaele di Milano, ha dimostrato per la prima volta l’efficacia della somministrazione endovenosa di amminoacidi per prevenire la comparsa di IRA in seguito a intervento chirurgico con bypass cardiopolmonare. Si possono leggere i risultati sulla rivista scientifica New England Journal of Medicine.

Gruppo San Donato

Di questa nuova terapia il professor Giovanni Landoni e la dottoressa Martina Baiardo Redaelli ne hanno parlato a Belfast, in occasione del Critical Care Reviews Meeting 2024, la conferenza scientifica che mette in evidenza i migliori studi clinici in terapia intensiva al mondo.

Finora non era mai esistito un intervento preventivo specifico per l’insufficienza renale acuta oltre all’implementazione di misure di supporto.

Insufficienza renale più pericolosa dell’infarto cardiaco

L’insufficienza renale interessa tra il 10 e il 15% di tutti i pazienti ospedalizzati nel mondo, come conferma un report dell’Organizzazione mondiale della sanità. Arriva addirittura a colpire la metà di chi sia ricoverato in terapia intensiva. Una ricerca ha confermato che il tasso di mortalità a 90 giorni nei pazienti critici con può arrivare fino al 30-40%​, rendendo questo evento decisamente più mortale rispetto all’infarto del miocardio.

La ricerca sulla terapia per la prevenzione dell’insufficienza renale acuta

I ricercatori hanno analizzato i dati di 3.511 pazienti provenienti da 22 centri di diversi Paesi, tra i quali Italia, Croazia e Singapore.

Il team di lavoro ha somministrato per via endovenosa la terapia di amminoacidi a un primo gruppo di 1759 pazienti adulti che venivano sottoposti ad intervento di chirurgia cardiaca con bypass cardiopolmonare e nei tre giorni successivi l’intervento. Ai restanti 1752 è stato somministrato un placebo.

Quali sono i risultati?

Hanno poi riscontrato che l’IRA si è verificata in 474 pazienti del gruppo che ha ricevuto il farmaco (26,9%) rispetto a 555 pazienti del gruppo che ha ricevuto il placebo (31,7%), registrando una diminuzione della probabilità di comparsa di IRA del 5%.

“Abbiamo visto che, somministrando una soluzione di amminoacidi per via endovenosa dal momento immediatamente precedente all’operazione fino a tre giorni post-intervento, il rene è in grado di mantenere una buona perfusione ottimizzando l’ossigenazione renale e la filtrazione glomerulare diminuendo quindi di molto la probabilità che insorga un’IRA”, spiega il professor Giovanni Landoni.

Grazie alla terapia per prevenire l’insufficienza renale ci saranno nuove applicazioni?

“I dati che abbiamo raccolto con questo studio confermano che la terapia con gli aminoacidi è in grado di prevenire l’insufficienza renale acuta. Da oggi potremo studiare e forse applicare questi risultati non solo agli interventi chirurgici effettuati con bypass, ma anche a chi soffre di insufficienza cardiaca, a chi si sottopone a trapianto di rene, a chi ha un’insufficienza renale in corso, a pazienti settici e potrà essere usata anche per ridurre i danni da mezzi di contrasto”, afferma il professor Alberto Zangrillo.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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