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La malattia del ferro è più frequente di quanto si pensasse

Si tratta di un disturbo di natura genetica, che spinge il corpo ad assorbire troppo ferro dai cibi. Il difetto genetico viene ereditato da entrambi i genitori. Ora un nuovo studio della Exeter University sostiene che possa colpire almeno 20 volte di più di quello che si pensasse.

Non tutte le forme di questa malattia sono gravi

Si stimava che interessasse in modo serio una persona ogni 100 pazienti. La nuova ricerca sottolinea che il livello potrebbe essere di 1 su 10 per le donne e addirittura di 1 su 5 per gli uomini.

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Ne è più colpito chi ha origini nord europee.

Quali sono i sintomi?

Nei primi stadi la malattia è asintomatica. Il ferro in eccesso svolge la sua azione tossica in modo lento e silenzioso.

Quando ci sono, l’emocromatosi si manifesta con:

  • stanchezza cronica;
  • problemi alle articolazioni;
  • problemi alla pelle;
  • problemi sessuali.

Le possibili conseguenze 

Se non curata si può arrivare a complicanze serie come:

  • il diabete;
  • l’impotenza;
  • l’amenorrea;
  • la sterilità;
  • lo scompenso cardiaco;
  • la cirrosi epatica;
  • il cancro al fegato;
  • le aritmie;
  • le artropatie;
  • l’osteoporosi.

Quali sono le terapie?

La terapia è piuttosto semplice e viene fatta attraverso un salasso, cioè nella rimozione del sangue, per rimuovere il ferro in eccesso. Viene fatto settimanalmente per i casi più importanti o quindicinali o mensili negli altri episodi.

Se non sono intervenute le complicanze, la qualità della vita dei pazienti è buona.

FONTE: Exeter University 

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