Salute

Laparocele, quando intervenire

L'ernia post laparotomica può portare a complicanze. Come si fa l'operazione

Si chiama ernia post laparotomica o laparocele ed è una complicanza grave dopo una laparotomia, l’intervento in cui il chirurgo incide l’addome per raggiungere l’organo da operare. Può capitare che i visceri fuoriescano attraverso una breccia della parete addominale, che si è formata durante la cicatrizzazione della ferita dell’intervento.
«Si manifesta in circa il 2% delle laparotomie, soprattutto nelle persone obese », spiega Giampiero Campanelli (puoi chiedergli un consulto), professore ordinario di chirurgia all’Università dell’Insubria di Varese. «Qualche volta con addome pendulo, ossia una deformazione anche estetica della parete».

Sintomi

Oltre al danno estetico il laparocele può provocare cattiva respirazione (soprattutto a letto, perché la pressione dei visceri fa sollevare il diaframma comprimendo i polmoni) e stitichezza: le aderenze che si formano nell’addome ostacolano il transito intestinale. «Il laparocele è caratterizzato merita la considerazione di un intervento chirurgico in quanto va generalmente incontro a peggioramento (aumento di dimensioni) e può essere causa di complicanze (sofferenza degli organi interni coinvolti, dolore, strozzamento) che possono richiedere anche un intervento d’urgenza», spiega il chirurgo addominale Stefano Bona (puoi chiedergli un consulto), dell’Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Milano).

Gruppo San Donato

L’intervento

«In anestesia generale, si pratica un’incisione bassa trasversale, sopra il pube, che consente di asportare eventuali pannicoli dermoadiposi che intralciano il lavoro del chirurgo», continua Campanelli. «Si liberano i visceri dalle aderenze e si riportano nella loro sede anatomica. Per chiudere i buchi che si erano formati nella parete addominale, si usano due tipi di protesi (riassorbibili e non), che si fissano entrambe senza punti di sutura ma con colla di fibrina, materiale biologico che viene riassorbito in pochi giorni. Dopo l’intervento, che prevede in genere la conservazione dell’ombelico, tre giorni di degenza. Poi è necessario tenere sotto controllo il peso per non rischiare recidive e complicazioni post operatorie».

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