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Immunoterapia funziona contro cancro al seno triplo negativo

Arriva una buona notizia per la forma di cancro al seno più mortale, il triplo negativo: aggressivo e difficilissimo da trattare, colpisce le donne sotto i 50 anni

Il cancro al seno triplo negativo è uno dei tumori alla mammella più pericoloso. Per la prima volta uno studio dimostra come l’immunoterapia in combinazione con la chemioterapia sia efficace, portando ad un aumento di sopravvivenza quasi doppio rispetto alle donne trattate con la sola chemioterapia. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica New England Journal of Medicine.
In pratica il farmaco immunoterapico insegna alle difese immunitarie delle donne ad attaccare le cellule tumorale.

Un passo avanti enorme

“È la prima volta che l’immunoterapia ha funzionato in un cancro così difficile da trattare. È un passo avanti enorme” ha spiegato Peter Schmid della Queen Mary University of London. Gli esiti del suo studio sono stati presentati al Congresso di Medicina Oncologica di Monaco di Baviera.

Gruppo San Donato

Il tumore al seno triplo negativo

Circa il 10% dei tumori al seno sono triplo negativo. Si stima quindi che ogni anno ci siano 2000 pazienti con questa diagnosi. Colpisce principalmente le donne con la mutazione genetica BRCA1, quelle di origine ispanica e afro americana. le cellule tumorali sono negative sia ai recettori ormonali con estrogeni e progesterone che all’HER2. Non ci sono quindi cure efficaci. Questa forma sviluppa facilmente una resistenza alla chemio. Questo gli consente di espandersi in tutto il corpo, formando metastasi e abbassando di conseguenza le possibilità di salvarsi.

Cancro al seno triplo negativo: lo studio

Il team di esperti provenienti da diversi centri del mondo hanno esaminato i dati di 900 pazienti. Le donne sono state divise in due gruppi. Il primo è stato trattato con atezolizumab, un farmaco immunoterapico, insieme con nabpaclitaxel, un farmaco chemioterapico. Il secondo ha invece ricevuto solo la chemioterapia. Le pazienti trattate con l’immunoterapia e la chemio avevano una sopravvivenza quasi doppia rispetto alle altre, pari a 25 mesi contro 15 del secondo gruppo.

 

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