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Glifosato provoca il cancro? Per la giustizia Usa sì, per la scienza nì

La Monsanto Bayer condannata a pagare oltre 2 miliardi di dollari per il caso di una coppia ammalata di cancro dopo una lunga esposizione al suo erbicida più famoso

Il glifosato è una sostanza chimica che si trova nell’erbicida più usato al mondo. Da molto tempo questo composto è al centro di studi internazionali e di prese di posizione dei più importanti organismi che si occupa della nostra salute. Il principale problema è che la maggior parte degli studi svolti, sono stati fatti con il modello animale. Di conseguenza non conosciamo esattamente gli effetti sulla salute umana.

Glifosato provoca il cancro? Pareri contrastanti 

  • L’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti ha affermato nel 2017 che l’erbicida «non è da considerare carcinogeno per gli umani».
  • L’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare ha detto che il glifosato è «probabilmente non cancerogeno».
  • Lo Iarc, l’Agenzia dell’Organizzazione Mondiale della Salute per la Ricerca sul Cancro, ha invece definito il glifosato come «probabile causa di tumori» perché in grado di danneggiare il DNA.

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Dove si può trovare?

Si può trovare nell’acqua, ma anche in molti prodotti a base di farina come pasta, biscotti, fette biscottate e in alcuni cereali per la colazione. Va detto che le dosi rinvenute sono decisamente molto basse.

Quantità tollerata dal corpo umano secondo l’Autorità europea per la Sicurezza Alimentare

La quantità tollerata è di 0,5 mg per kg di peso corporeo al giorno. Stando a questi numeri, occorrerebbe mangiare decine di chili della pasta o dei biscotti in commercio in Italia ogni giorno per superare questo limite.

Il problema è che sembra essere in grado di rimanere nei laghi, nei fiumi e nelle acque di falda.  In questo modo potrebbe entrare in circolo sia con l’acqua che beviamo, che con la frutta e la verdura. Non esistono però dati certi.

L’ultima ricerca svolta 

Una recente ricerca americana sostiene però che il glifosato impenni le possibilità di ammalarsi di cancro del del 41 per cento. La ricerca è stata condotta dall’Università di Washington che, è arrivata alla conclusione che aumenti soprattutto il rischio del linfoma non-Hodgkin, un tumore del sistema immunitario.

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I risultati sostengono che sia più una malattia professionale

Questa ricerca, a differenza di quelle precedenti, è stata fatta sul modello umano. I ricercatori di Washington però hanno preso in considerazione uno studio del 2018 che ha coinvolto oltre 54.000 persone che per professione utilizzavano l’erbicida con il glifosato, quindi a grande esposizione. Analizzando questi dati il team di scienziati ha affermato che esiste un legame fra l’esposizione al glifosato e l’aumento del rischio del linfoma non-Hodgkin.

La risposta della Bayer

Bayer, che è l’azienda produttrice, ha definito l’analisi come una «manipolazione statistica» con «gravi errori di metodo», aggiungendo che lo studio non fornirebbe «prove scientifiche valide che contraddicano l’enorme quantità di studi che dimostrano che l’erbicida che contiene il glifosato non è carcinogeno».

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