Salute

Colite microscopica: cos’è la malattia spesso confusa con il colon irritabile

Secondo uno studio britannico migliaia di casi di pazienti con una diagnosi della sindrome del colon irritabile, avrebbero invece la colite microscopica, patologia particolarmente insidiosa da diagnosticare

Molte persone che sono convinte di avere la sindrome del colon irritabile, potrebbero avere invece un’altra malattia dell’intestino che si chiama colite microscopica. Come si può intuire dal nome, si chiama così perché si può scoprire solo quando alcune cellule dell’intestino sono osservate sotto la lente di un microscopio. Gli esperti la scoprono quindi quando prelevano una parte del tessuto che riveste l’intestino per fare una biopsia. Il problema è che le anomalie del rivestimento dell’intestino non sono uniformi, ma a macchia di leopardo. Quindi per una corretta diagnosi bisogna prendere lembi di tessuto da sottoporre a biopsia da più zone.

La colite microscopica è pesantemente sottostimata

Gli esperti parlano di un 10-20% di pazienti con diarrea cronica che avrebbero la colite microscopica. Uno studio sostiene che un paziente ogni tre con una diagnosi di sindrome del colon irritabile abbia in realtà questa malattia.

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Esistono due tipi di colite microscopica, anche se alcuni esperti sostengono che la prima sia la malattia al suo esordio, la seconda quando ci troviamo in fase avanzata:

  1. la colite linfocitica: accade quando molti linfociti si accumulano sul rivestimento del colon
  2. quella collagenosica: la diarrea ha come causa principale il fatto che c’è un’infiammazione e il collagene richiama acqua nel colon.

Quali sono le cause?

Al momento nessuno studio ha spiegato le cause esatte che scatenano la colite microscopica. L’ipotesi principale è che si tratti di una malattia autoimmune, come avviene con il morbo di Crohn o con la colite ulcerosa.

Tra le cause note ci potrebbe essere l’abuso di farmaci antinfiammatori non steroidi, i FANS, che sono medicinali estremamente usati. Per intenderci sono quelli che contengono ibuprofene, naprossene o nimesulide.

Quali sono i sintomi della colite microscopica?

La manifestazione più comune è una diarrea cronica. Questa situazione può durare anche anni, prima di arrivare alla diagnosi, proprio perché come abbiamo spiegato serve una biopsia per essere certi di questa patologia. Durante la malattia ci possono essere periodi in cui ci si sente meglio, alternati a momenti di grave malessere. Altri sintomi possono essere crampi e dolori alla zona dell’addome.

Se i sintomi di diarrea superano le due settimane bisogna sempre rivolgersi al medico.

Esistono delle terapie efficaci?

Non esistono terapie specifiche e il medico generalmente adotta la strategia dei piccoli passi, partendo dalle strategie meno invasive.

Il ruolo dell’alimentazione

Il primo passo vede il cambiamento delle abitudini alimentari. Si consiglia una dieta con pochi grassi e poche fibre. In questo modo la diarrea, che rappresenta il sintomo principale, può alleviarsi. Si prova poi a smettere di mangiare i latticini e i prodotti che contengono glutine, perché potrebbero far peggiorare i sintomi. Bisogna evitare di assumere caffeina e zucchero e interrompere ogni terapia antinfiammatoria, ovviamente sotto stretto controllo medico.

Ci sono farmaci, ma non sono specifici

Sempre secondo il protocollo messo a punto dal prestigioso centro di ricerca Mayo Clinic, se i sintomi non dovessero ancora migliorare si può passare ad alcuni farmaci. I medici a questo punto raccomandano l’assunzione di antidiarroici e di steroidi. Possono avere un’utilità anche farmaci capaci di controllare l’infiammazione e alcuni immunomodulatori e immunosoppressori.

Ci si può operare?

In casi estremamente rari si può decidere per un intervento chirurgico che rimuova tutte le zone del rivestimento dell’intestino colpite dalla malattia.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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