Salute

Colera: due casi in Italia. Ecco cosa devi sapere

Ammantato ancora dal ricordo delle epidemie del 1800, quando sterminò molte persone in tutto il mondo, ormai il colera diventa davvero pericoloso solo in pochissimi casi

Il colera

Il coleraIl colera è un’infezione causata dal batterio Vibrio cholerae. Il contagio avviene per contatto diretto o indiretto con feci o cibo contaminati. Il rischio più grande è la disidratazione. Può essere contratto quindi dopo l’ingestione di acqua o alimenti contaminati da materiale fecale di persone infette. Come spesso accade nelle intossicazioni alimentari i cibi più pericolosi sono quelli crudi o poco cotti, in particolare i frutti di mare. Questo accade perché il batterio può vivere anche in ambienti naturali, come i fiumi salmastri e le zone costiere.

Le cause di epidemia

Le cause di epidemiaTendenzialmente le più importanti cause di epidemie di colera sono da ricercare nelle scarse condizioni igienico-sanitarie di alcuni Paesi, soprattutto nella gestione delle fogne. La trasmissione della malattia da persona a persona è estremamente rara.

Gruppo San Donato

Quali sono i sintomi

Quali sono i sintomiIn tre casi su quattro chi è colpito da colera non manifesta alcun sintomo. Tra chi invece ha la sintomatologia, solo una piccola parte sviluppa una forma grave della malattia.

Il sintomo principale è la diarrea. La costante perdita di liquidi può portare molto presto alla disidratazione e allo shock, che nei casi più gravi può essere rapidamente mortale. Altri sintomi possono essere vomito e crampi alle gambe.

Quali sono le terapie

Quali sono le terapieOccorre combattere la possibile disidratazione con la reintegrazione dei liquidi e dei sali persi con la diarrea e il vomito. Nel 90% questo basta per stare meglio. La reidratazione viene eseguita con l’assunzione di soluzioni ricche di zuccheri, elettroliti e acqua, e deve essere intrapresa immediatamente.

I casi più gravi devono essere ricoverati in ospedale. Lì si procederà al ripristino dei fluidi in modo intravenoso. Soprattutto all’inizio, richiede grandi volumi di liquidi, fino ai 4-6 litri. Con un’adeguata reidratazione solo l’1% dei pazienti muore e, di solito, in seguito al ripristino dei fluidi, la malattia si risolve autonomamente.

Gli antibiotici, generalmente tetracicline o ciprofloxacina, possono abbreviare il decorso della malattia e ridurre l’intensità dei sintomi. Sono prescritti soprattutto per le forme più gravi o nei pazienti più a rischio, come gli anziani.

La vaccinazione

La vaccinazioneEsiste un vaccino, che molti medici consigliano soprattutto a chi decide di andare in Paesi dove il rischio colera è alto, come l’India e il Bangladesh. In passato il vaccino contro il colera non era molto utilizzato perché non garantiva una protezione totale, ma qualche tempo fa è stato messo a punto un nuovo vaccino anticolerico ricombinante più efficace. Si tratta di una miscela da bere divisa in due dosi e garantisce una protezione per due anni dalla somministrazione della seconda dose, che va eseguita da una a sei settimane a distanza dalla prima. Successivamente può essere necessaria una terza dose per mantenerne l’efficacia. Il vaccino, inoltre, è attivo anche contro altre forme di diarrea come quella provocata dall’Escherichia Coli.

 

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