Salute

Autismo: trapianto di feci migliora i sintomi

Risultati promettenti dalla Fase 1 della sperimentazione di uno studio americano sul rapporto tra microbioma e sintomi del disturbo dello spettro autistico

Batteri buoni nell’intestino per curare l’autismo. È questo il risultato di uno studio della Arizona State University e dalla Ohio University che hanno messo sotto osservazione per due mesi e mezzo 18 ragazzini con un’età compresa tra i 7 e i 16 anni con disturbo dello spettro autistico.

La cura dell’autismo può passare dall’intestino?

Per un periodo di otto settimane i giovani partecipanti hanno seguito una terapia a base di antibiotici, farmaci per la pulizia intestinale e il trapianto di microbioma o di feci. (Leggi qui cos’è il trapianto di microbioma).

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I sintomi sono molto migliorati 

Lo studio, che è stato pubblicato sulla rivista scientifica Microbiome, ha dimostrato un miglioramento medio dell’80% dei sintomi gastrointestinali comuni in chi soffre di autismo e tra il 20 e il 25% di miglioramento in alcuni comportamenti tipici, comprese le abilità sociali e le abitudini di riposo.

I ricercatori puntano ora a una sperimentazione più ampia 

«I risultati sono stati molto convincenti – spiega James Adams, primo autore dello studio – abbiamo completato la fase 1 della sperimentazione dimostrando che è efficace e senza rischi per la salute. Ora vogliamo continuare la ricerca su questo nuovo metodo di cura in una sperimentazione più grande».

Il trapianto di flora batterica fecale trasferisce batteri buoni da un donatore sano e contiene oltre 1.000 differenti specie di questi batteri che agiscono come probiotici.

I casi sono molto aumentati negli ultimi anni 

Lo spettro della sindrome autistica colpisce circa 6 nuovi nati ogni mille. In Italia non esistono stime ufficiali, ma le associazioni dei familiari sostengono che siano circa 500.000.

I maschi colpiti 4 volte in più rispetto alle femmine

Si manifesta generalmente nella prima infanzia ed è caratterizzata da diversi sintomi, che interessano soprattutto le abilità sociali, le difficoltà di comunicazione e i comportamenti ripetitivi. Secondo il Center for disease control and prevention (CDC) di Atlanta, i maschi sono colpiti 4 volte più delle femmine.

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