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Aritmie cardiache: quali sono, cause e rischi

Il cardiologo Gianfranco Sinagra spiega quali aritmie sono benigne e quali potenzialmente pericolose

«Per aritmia cardiaca si intende un’alterazione della normale attività elettrica del cuore. Questa anomalia può modificare la normale attività di insorgenza o di conduzione degli impulsi elettrici. Questo meccanismo avviene attraverso un tessuto specializzato che scorre tra le cellule muscolari cardiache». A parlare è Gianfranco Sinagra, Professore Ordinario di Cardiologia all’Università di Trieste e Direttore Dipartimento Cardiotoracovascolare dell’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata e Università di Trieste. Lo specialista spiega, inoltre, quali sono le aritmie cardiache e quando è necessario preoccuparsi. Il consiglio comunque è di non sottovalutarle mai, anche se spesso il loro decorso è benigno. Le aritmie colpiscono spesso anche gli sportivi. Ma la maggior parte di loro può continuare ad allenarsi. Anche il caldo può colpire chi soffre di aritmie.

Diverse tipologie di aritmie cardiache

Le aritmie cardiache possono essere suddivise in due macro-gruppi:

Gruppo San Donato

  • Bradi-aritmie (bradicardia): determinano una diminuzione della frequenza dei cicli cardiaci. Tra queste annoveriamo, ad esempio, i blocchi di conduzione atrio-ventricolare e i blocchi di branca. Nelle forme più gravi e sostenute, le bradi-aritmie possono condurre all’asistolia. Si tratta di un arresto transitorio o permanente dell’attività elettrica e contrattile cardiaca.
  • Tachi-aritmie (tachicardia, extrasistolia): generano complessi elettrici sovrannumerari che provocano un aumento della frequenza cardiaca. Le tachiaritmie possono manifestarsi in forma isolata (extrasistoli) o in forma ripetitiva (tachicardie, tachiaritmie), e possono originare in vari punti del cuore. Vi saranno quindi le extrasistoli, le tachicardie sopra-ventricolari (tra cui la fibrillazione atriale) e le tachicardie ventricolari. La più grave forma aritmica è la fibrillazione ventricolare che conduce all’arresto cardiaco. Particolare attenzione in caso di aritmia ventricolare.

Come si manifestano le aritmie

Sebbene le aritmie abbiano caratteristiche proprie, si può dire che «il sintomo più frequentemente associato a questi disturbi è rappresentato dalle palpitazioni. Generalmente sono avvertite in risposta a un ritmo cardiaco irregolare e/o accelerato. Possono essere di durata diversa a seconda della lunghezza dell’evento aritmico ed essere accompagnate da:

  • affanno,
  • stanchezza,
  • sensazione di mancamento o sincope con perdita transitoria dello stato di coscienza.

Aritmie, le cause

Le cause delle aritmie cardiache possono essere molteplici.

  • Le aritmie possono insorgere per un danno congenito o acquisito (ischemia, fibrosi, infiammazione) del cuore e del sistema elettrico di conduzione, o ancora per sua semplice degenerazione senile.
  • Altre cause aritmiche sono ad esempio le malattie dei canali ionici di membrana. Si tratta di disfunzioni delle sub-unità cellulari che regolano le proprietà bioelettriche della membrana delle cellule cardiache o la trasmissione dei segnali elettrici nel tessuto cardiaco.
  • Il sovradosaggio di alcuni farmaci o di talune sostanze (come caffeina, fumo, stimolanti o alcune droghe). O, ancora, alterazioni significative delle concentrazioni degli ioni del sangue (come quelle che si realizzano per disidratazione, vomito, incongrua assunzione).

Innocue o potenzialmente pericolose

1. Lo spettro di gravità delle aritmie cardiache e della sintomatologia associata è molto ampio. Si va da condizioni aritmiche “fisiologiche”, ad altre che pur causando sintomi non risultano particolarmente pericolose, ad altre forme ancora che invece possono mettere a rischio la vita del paziente. Quanto più significativo e permanente è il rallentamento o l’aumento della frequenza cardiaca e il grado di compromissione della portata cardiaca causata, tanto più le bradiaritmie o tachiaritmie potranno essere sintomatiche e pericolose.

2. Generalmente, le aritmie che originano dai ventricoli sono da esaminare e monitorare con più attenzione. È importante considerare anche il contesto anamnestico e familiare in cui tali aritmie si verificano. Una storia di cardiopatia nota o una familiarità per aritmie minacciose o morte improvvisa pone il paziente aritmico a rischio più elevato.

3. L’aritmia più frequente nei paesi occidentali, specie nelle età più avanzate, è la fibrillazione atriale. In questo caso l’attività elettrica degli atri è caotica e irregolare e rende le pareti atriali quasi immobili. Tale condizione può contribuire allo scompenso cardiaco e alla formazione di trombi in atrio che possono mobilizzarsi ed embolizzare, causando un’ischemia cerebrale o di altri distretti del corpo. I pazienti con fibrillazione atriale, specie se portatori di fattori di rischio quali scompenso cardiaco o ipertensione arteriosa, possono avere indicazione a terapia anticoagulante oltre che antiaritmica.

4. Esistono peraltro forme di fibrillazione atriale in genere familiari anche nel soggetto di giovane età. Tali aritmie possono essere trattate con una elevata probabilità di successo con l’ablazione trans-catetere. Si tratta di una metodica poco invasiva che crea delle linee di isolamento elettrico con l’utilizzo della radiofrequenza o delle basse temperature.

Come vengono individuate

Le modalità per individuare le aritmie cardiache sono diversi:

  • L’attività elettrica cardiaca può essere registrata con l’elettrocardiogramma. Tale esame, di semplice e rapida esecuzione, può fornire al cardiologo importanti informazioni sullo stato di salute del cuore o sulla presenza di alterazioni congenite o geneticamente determinate. Solitamente, però, l’elettrocardiogramma standard registra solo pochi secondi di attività cardiaca e per questo può essere inefficace nella diagnosi di aritmie parossistiche, anche quando eseguito in Pronto Soccorso. Per tale ragione, sulla base di specifici sospetti clinici, è possibile eseguire la registrazione continua e dinamica dell’elettrocardiogramma per 24 ore o anche per più giorni (ECG secondo Holter).
  • Il test con elettrocardiogramma sotto sforzo può essere invece indicato nel sospetto di aritmie inducibili dallo stress fisico.
  • Nel caso di parossismi aritmici con cadenza più rara, può esservi indicazione a impianto di un loop recorder, un dispositivo miniaturizzato delle dimensioni di una piccola chiavetta USB che viene impiantato sotto la cute dell’emitorace sinistro in grado di registrare il ritmo cardiaco anche per diversi anni in maniera continua.
  • Nel processo di caratterizzazione di una sincope cioè una perdita di coscienza, invece, l’ECG registrato durante il massaggio del seno carotideo o il tilt-test può offrire utili informazioni per escludere o confermare la genesi aritmica del sintomo.
  • Tra i test invasivi annoveriamo lo studio elettrofisiologico invasivo, che tramite elettro-cateteri inseriti nel sistema venoso e portati fino alle camere cardiache permette di riprodurre, caratterizzare ed eventualmente trattare i vari tipi di aritmie cardiache.

Quando rivolgersi al medico

Quando rivolgersi al medicoSe le palpitazioni sono di breve durata, insorgono in persone giovani, senza storia di malattie cardiovascolari né familiarità per aritmie maligne, e sono caratterizzate dalla sensazione di “battito mancante” in genere sono causate da extrasistolia sopraventricolare. Di solito si manifestano in concomitanza con stati emozionali e hanno una prognosi benigna.

In presenza di cardiopalmo più prolungato, specie se accompagnato da malessere, stanchezza, affanno, dolore toracico, o nei casi più rilevanti con incipiente o completa perdita di coscienza (sincope) vi è necessità di un consulto. È importante che tale evento venga sottoposto all’attenzione del medico, il quale dovrà elaborare una diagnosi differenziale per escludere o confermare una eventuale genesi aritmica o cardiogena.

Ancora una volta, nelle persone con una patologia cardiaca già accertata come la cardiopatia ischemica, una cardiomiopatia, una cardiopatia valvolare o con familiarità per aritmie o morte improvvisa, l’eventuale comparsa di cardiopalmo o di altra sintomatologia correlata alle aritmie dovrà essere valutata dal cardiologo in accordo con il medico di famiglia.

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