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Il tablet è come una droga per gli adolescenti

Un ragazzino passa fino a 8 ore davanti a un dispositivo digitale. E i genitori? Sono i primi ad essere dipendenti dalla tecnologia e 2 su 3 rinunciano al controllo dei figli

In un solo giorno un bambino può passare fino a 8 ore davanti a un tablet. Una vera e propria dipendenza che ha conseguenze non solo sulla sua salute psichica e cognitiva, ma anche su quella fisica. L’allarme arriva dal Congresso nazionale della Siprec (la Società italiana di prevenzione cardiovascolare) che in questi giorni si è riunito a Napoli.

Cardiologi e medici sono d’accordo nel puntare il dito contro un uso eccessivo e scorretto della nuove tecnologie, a cui sono soggetti sempre i giovanissimi.

Gruppo San Donato

«Il tablet è come una droga» avvertono gli esperti, che grazie ai dati tracciano un quadro ben preciso del problema. In Italia l’81% dei tredicenni si collega a internet tutti i giorni, mentre per il 12% fare una capatina sui social network è la prima azione dopo il risveglio e per il 35% l’ultima prima di andare a dormire. Un comportamento che tra l’altro influisce negativamente sulla fisiologia e sul riposo dei ragazzi: gli schermi luminosi dei device digitali ritardano la secrezione di sostanze importanti (come la melatonina) e quindi rinviano la fase del sonno. Del resto per sei adolescenti su dieci i social network sono irrinunciabili, tanto che quasi la metà di loro passa da 1 a 3 ore al giorno sul web, mentre il 26% supera addirittura le 3 ore.

Per gli esperti del Siprec devono essere i genitori a inventare e organizzare attività per staccare i propri figli dagli schermi digitali. Purtroppo, però, i dati parlano chiaro: 2 su 3 hanno rinunciato al controllo e non impongono ai propri figli una regola sull’uso della tecnologia. Il problema è che spesso sono gli stessi genitori a essere ossessionati da smartphone e tablet. A soffrire di “dipendenza da cellulare e pc”, come l’hanno definita i medici, sarebbero soprattutto le donne: i sintomi, come crisi di astinenza ed euforia, sono gli stessi di chi abusa di sigarette o alcolici.

Questi ragazzi rientrano tutti nella generazione dei nativi digitali, ovvero quelli nati a partire dal 1985, quando i primi pc iniziavano la loro diffusione di massa. La dipendenza da tablet, cellulari e computer (tutto ciò che permette di essere “connessi”) è strettamente collegata alla società in cui sono cresciuti e in cui la tecnologia è considerata un elemento naturale. Ma le conseguenze dell’uso massiccio dei device digitali sui giovani sono tante.

Non solo influisce sul loro sviluppo cognitivo – gli esperti parlano di difficoltà nell’apprendimento scolastico dovuta al poco tempo dedicato allo studio e alla scarsa concentrazione – e sulla salute psichica – può generare sbalzi di umore e tendenza all’isolamento – ma anche su quella fisica – problemi ortopedici, di postura, vista o sovrappeso. Utilizzare per ore tablet e videogiochi, infatti, porta ad assumere una posizione scorretta, implica sedentarietà e può sostituire i rapporti personali e le relazioni sociali. Infatti 1 giovane su 4 dichiara di “sentirsi solo” senza i suoi amici virtuali, quelli dei social network.

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