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Tumori: la terapia genica avanza grazie al microRna

Uno studio dell'Università dell'Illinois potrebbe segnare una svolta nella realizzazione di terapie geniche antitumorali. «La nostra comprensione del ruolo dei microRNA nel glioblastoma multiforme, un tumore mortale del cervello, ha fatto un grosso passo in avanti grazie allo studio delle reti che collegano i microRNA e i geni bersaglio a essi associati a differenti stadi di progressione del cancro», ha dichiarato all'agenzia Reuters Kristin Delfino, ricercatrice in genetica e bioinformatica dell'università americana.

Uno studio dell’Università dell’Illinois potrebbe segnare una svolta nella realizzazione di terapie geniche antitumorali. «La nostra comprensione del ruolo dei microRNA nel glioblastoma multiforme, un tumore mortale del cervello, ha fatto un grosso passo in avanti grazie allo studio delle reti che collegano i microRNA e i geni bersaglio a essi associati a differenti stadi di progressione del cancro», ha dichiarato all’agenzia Reuters Kristin Delfino, ricercatrice in genetica e bioinformatica dell’università americana.

I microRNA sono piccole molecole non codificanti di RNA che regolano l’espressione dei geni, come oncogeni o geni oncosoppressori. I ricercatori hanno usato un nuovo approccio per identificare l’associazione simultanea tra decine di migliaia di microRNA, geni bersaglio e la progressione del glioblastoma. Delfino ha integrato differenti informazioni cliniche (razza, sesso, terapia, sopravvivenza e stadio del tumore) provenienti da 253 pazienti, con il genoma microRNA e i dati di espressione genica. «Abbiamo esaminato il quadro generale e lo abbiamo messo in relazione ai dati del microRNA.

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Quando si guarda un singolo microRNA – ha spiegato Delfino – esso può facilmente apparire significativo. Ma quando lo si valuta nel contesto di tutti i microRNA, allora siamo in grado di giudicare se lo è effettivamente. L’approccio della biologia dei sistemi, che in questo caso abbiamo adottato, è fondamentale per la comprensione dei percorsi genetici che influenzano il cancro».

«Questi biomarcatori – conclude Sandra Rodriguez Zas, anch’essa ricercatrice in bioinformatica presso l’Università dell’Illinois – possono servire come base per andare più in profondità negli studi sul cancro. Purtroppo ancora oggi non conosciamo la causa di questa malattia e non siamo ancora in grado di curarla. Ma questi biomarcatori ci danno ora una guida nello sviluppo di terapie geniche specifiche per il glioblastoma nonché per altri tipi di cancro».

Fonte Agi

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