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Tumori gastrointestinali: le associazioni dei pazienti lanciano la “Carta dei Diritti” per un’assistenza equa

Spesso chi ha queste neoplasie deve fare i conti con ritardi e carenza della continuità assistenziale. Ecco perché è stata lanciata #TumoriGIFacciamociSentire

Colpiscono ogni anno circa 80.000 persone, rientrano tra le prime 5 cause di morte per tumore in Italia e sono spesso diagnosticati già in fase avanzata. Eppure i tumori gastrointestinali, nello specifico quelli di stomaco, colon-retto e pancreas, non hanno ancora trovato nel Servizio sanitario nazionale una risposta adeguata, che possa assicurare ai pazienti una presa in carico e un supporto adeguati e omogenei sul territorio e in tutte le fasi della malattia.

Chi convive con tumori gastrointestinali sono spesso penalizzati

Chi convive con queste neoplasie deve spesso fare i conti con ritardi e tempi lunghi dell’iter diagnostico, disomogeneità nella presenza delle strutture di eccellenza, carenza della continuità assistenziale, che penalizza in particolare i pazienti in fase più avanzata.

Gruppo San Donato

La Carta dei Diritti #TumoriGIFacciamociSentire

Per questo FAVO – Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia lancia la prima Carta dei Diritti dei pazienti con tumori gastrointestinali, #TumoriGIFacciamociSentire, messa a punto insieme a ISHEO e con il supporto incondizionato del Gruppo Servier in Italia. Il documento, condiviso con le principali associazioni dei pazienti specifiche per ciascuna area e validato da AIOM – Associazione Italiana di Oncologia Medica, afferma 8 diritti, imprescindibili per tutti i pazienti oncologici, ma che per queste tipologie di malati sono ancora più importanti: il diritto all’assistenza multidisciplinare, con la creazione dei ‘tumor board’, team multidisciplinari dedicati; la definizione di una rete Centri di eccellenza, che assicuri standard omogenei sul territorio; il diritto alla migliore terapia in ogni fase della malattia, fino al supporto nutrizionale, psiconcologico e palliativo e alla continuità assistenziale tra l’ospedale e il domicilio del paziente.

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