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Pisa, il Da Vinci asporta un utero. E’ il primo caso al mondo

E' la prima operazione del genere al mondo, attraverso l'ombelico della paziente L'operazione è stata eseguita grazie al robot «Da Vinci». Il Centro interdipartimentale di chirurgia robotica dell'Azienda ospedaliero-universitaria pisana era già un punto di riferimento della chirurgia internazionale, ma l'asportazione dell'utero con un'incisione di appena due centimetri attraverso l'ombelico di una donna di 60 anni, malata di tumore, lo ha reso unico nel mondo.

Il Centro interdipartimentale di chirurgia robotica dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana era già un punto di riferimento della chirurgia internazionale, ma l’asportazione dell’utero con un’incisione di appena due centimetri attraverso l’ombelico di una donna di 60 anni, malata di tumore, lo ha reso unico nel mondo.

L’intervento è stato effettuato nei giorni scorsi e la donna ora sta bene ed è già tornata a casa. La tecnica utilizzata è quella della «single port», ovvero con una singola via d’accesso, che ha permesso all’équipe di chirughi pisani, guidati da Vito Cela, di praticare un’isterectomia introducendosi nell’addome della paziente attraverso l’ombelico e utilizzando il sistema robotico «Da Vinci» in dotazione all’ospedale di Pisa.

Gruppo San Donato

È la prima volta che questa tecnica chirurgica mini-invasiva viene utilizzata con successo utilizzando un robot, grazie al quale gli strumenti chirurgici si introducono nell’addome praticando nell’ombelico una microincisione di appena 2 centimetri che ha consentito di far passare strumenti da 5 millimetri che hanno garantito la massima precisione possibile dell’operazione, con il risultato finale di evitare cicatrici sull`addome grazie al vantaggio di utilizzare proprio solo l’ombelico come porta di accesso chirurgico.

Già utilizzata in laparoscopia, questa tecnica però, ha spiegato in una nota l’Azienda ospedaliero universitaria pisana, «finora era di uso limitato per le notevoli difficoltà tecniche dovute ai limitati movimenti per la singola porta di entrata e alla collisione degli strumenti per lo spazio di azione ridotto, mentre l’utilizzo del robot ha permesso di superare tutti i limiti della chirurgia laparoscopica aggiungendo i vantaggi propri della chirurgia robotica come la visione tridimensionale, la mancanza di tremore e il controllo degli strumenti, che non rischiano appunto di urtarsi fra di loro».

La buona riuscita dell`intervento permetterà dunque al Centro interdipartimentale di chirurgia robotica dell’Aoup (l’Azienza ospedaliera pisana), coordinato da Franca Melfi (dove si effettuano quotidianamente interventi di chirurgia toracica, urologica, ginecologica, bariatrica e trapianti), di trattare anche patologie ginecologiche benigne e oncologiche utilizzando il robot attraverso una micro-incisione dell’ombelico e garantendo quindi risultati di grande efficacia sia clinici sia estetici.

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