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Il segreto del maratoneta? La birra analcolica

Correre a perdifiato per 42 chilometri e 195 metri. Poco più di due ore e mezzo per i professionisti della specialità. Dalle tre alle cinque ore per gli amatori o appassionati. Con centinaia di calorie consumate, duri allenamenti e tanta fatica.

Correre a perdifiato per 42 chilometri e 195 metri. Poco più di due ore e mezzo per i professionisti della specialità. Dalle tre alle cinque ore per gli amatori o appassionati. Con centinaia di calorie consumate, duri allenamenti e tanta fatica.

Ora un nuovo studio svela come la birra – purché alcol-free – possa rappresentare un vero coach per i corridori, in grado di aiutarli a recuperare le forze e ad aumentare le prestazioni.

Gruppo San Donato

Anche se alcune proprietà dissetanti della bevanda erano già conosciute tra gli atleti, ora un gruppo di ricercatori tedeschi svela come la birra analcolica possa essere un elisir naturale per battere il cronometro. E non solo. La corsa, lo sa chi la pratica, è un esercizio estenuante che può anche indebolire il sistema immunitario, rendendo l’organismo vulnerabile a raffreddori e altre malattie.

Ebbene, i ricercatori della Technical University di Monaco (Germania), in uno studio pubblicato sulla rivista Medicine & Science in Sports & Exercise hanno osservato che, soprattutto nelle settimane dopo la maratona, chi aveva bevuto birra analcolica durante la preparazione ha riportato un’incidenza di infezioni alle alte vie respiratorie 3,25 volte più bassa rispetto a chi non ha consumato la birra.

Lo studio ha anche rilevato una bassa aggressività delle eventuali infiammazioni e una migliore salute complessiva del sistema immunitario.

Per lo studio i ricercatori si sono avvalsi della collaborazione di atleti maschi quarantenni, che si stavano preparando per la maratona di Monaco. Un gruppo è stato incoraggiato a bere una notevole quantità di birra analcolica, da un litro a un litro e mezzo (due o tre pinte), per tre settimane prima dell’inizio della gara e per due settimane successive. A un altro gruppo è stata prescritta la quantità equivalente di un liquido placebo.

I corridori che si erano allenati bevendo birra analcolica hanno riportato un’incidenza di malattie 3,25 volte più bassa rispetto ai compagni che hanno bevuto il placebo. «Se un maratoneta – afferma Johannes Scherr, autore della ricerca – avverte meno dolori e infiammazioni dopo una corsa, e non sviluppa ad esempio un raffreddore, può recuperare e tornare ad allenarsi più velocemente. Inoltre – prosegue – si può ipotizzare anche che chi consuma la birra possa aumentare le frequenze dell’allenamento».

Ma perché gli scienziati raccomandano proprio la birra con tasso 0? Secondo lo studio, le virtù della birra dipendono dalla «ricchezza di polifenoli contenuti nel distillato dell’orzo. Sostanze chimiche che – precisano gli scienziati – influenzano positivamente il sistema immunitario». E’ chiaro che lo svantaggio della birra alcolica è proprio il tasso alcolico.

«Non sappiamo – sottolineano i ricercatori – se gli effetti collaterali della birra alcolica annullano l’aiuto dei polifenoli. Ma certo non è possibile bere un litro e mezzo di birra normale al giorno, soprattutto durante un allenamento intenso».

Fonte Adnkronos

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