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Ecocardiodoppler: un nuovo metodo per l’analisi del cuore

L'Università di Bari alla ribalta della ricerca scientifica per una nuova metodologia messa a punto per compiere l'analisi cardiologica. La ricerca è stata condotta da Carlo Caiati, dirigente medico, aggregato di Cardiologia e ricercatore nella Divisione di Cardiologia dell'Ateneo, diretta da Stefano Favale. Dopo anni, Caiati ha definito una nuova metodica per la diagnosi della malattia coronarica che, nel mondo occidentale, secondo le statistiche, è la prima causa di morte.

L’Università di Bari alla ribalta della ricerca scientifica per una nuova metodologia messa a punto per compiere l’analisi cardiologica. La ricerca è stata condotta da Carlo Caiati, dirigente medico, aggregato di Cardiologia e ricercatore nella Divisione di Cardiologia dell’Ateneo, diretta da Stefano Favale. Dopo anni, Caiati ha definito una nuova metodica per la diagnosi della malattia coronarica che, nel mondo occidentale, secondo le statistiche, è la prima causa di morte.

«È importante riconoscere e trattare la malattia coronarica non solo se in fase avanzata spiega Favale quando si manifesta con angina pectoris ma anche quando è nelle sue fasi iniziali. È una malattia senza sintomi di rilievo che con gli attuali mezzi diagnostici non invasivi non è riconoscibile. È proprio nelle fasi iniziali che però possono spesso verificarsi i grossi infarti. Sono infatti le piccole placche (ispessimenti delle pareti interne delle arterie, ndr) quelle che più si complicano e causano l’infarto».

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Importante, quindi, un monitoraggio puntuale e completo sin dall’inizio. Si chiama Ecocardiodoppler il metodo di diagnosi messo a punto dal ricercatore barese. In che consiste? L’ecografia intracoronarica si effettua infilando un sondino nell’arteria e con una sonda è possibile verificare le condizioni dall’interno. Altro sistema, la ecografia intracoronarografia: si inietta liquido di contrasto e viene effettuata un coronarografia.

Con alcune modifiche a un macchinario recentemente acquisito dal centro è possibile effettuare l`Ecocolordoppler, «esame non invasivo – spiega il professor Caiati – è tridimen- sionale, non ci sono rischi mentre con la coronarografia possono esserci complicanze anche mortali seppure in percentuali basse e poi c`è la tossicità del liquido di contrasto. Aspetto importante per chi ha un solo rene. In più le radiazioni della tac, altra procedura non invasiva, sono consistenti e hanno un impatto a lungo termine con incidenze forti specie per coloro che hanno meno di 50 anni. Con il metodo che ho messo a punto la Tac al cuore viene resa inutile e per la prima volta con metodo non invasivo si può vedere tutta la situazione delle arterie e anche del microcircolo».

Insomma, nel cuore e nelle arterie non viene inserito nulla, si tratta di un’ecografia che «legge» in profondità. La nuova metodologia ha molto interessato gli scienziati Usa tanto che Favale e Caiati sono stati invitati al congresso che si terrà a Chicago a fine mese e Caiati relazionerà sulla propria metodologia in una sessione. Non solo: nel prossimo numero della rivista Journal of american college sarà pubblicato un articolo di Caiati.

Fonte La Gazzetta del Mezzogiorno

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