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Donne in Meta: la campagna per le donne con tumore al seno triplo negativo

Video, podcast e testimonianze per sottolineare l’importanza di continuare a sentirsi vive anche con la malattia. E un’iniziativa per promuovere la diagnosi precoce

Dopo una diagnosi di tumore, l’oncologo diventa il medico di riferimento. Ma non solo. Spesso anche la presenza di altre figure specialistiche può essere preziosa e altrettanto fondamentale. Per questo la campagna Donne in Meta, all’attivo per il terzo anno consecutivo e dedicata alle donne con tumore al seno triplo negativo, vede la crescente presenza di psicologi, sessuologi e nutrizionisti nel supporto alle pazienti. Il suo obiettivo è aiutare le donne a continuare a sentirsi vive, senza perdere il contatto con il loro corpo, la loro sessualità e la loro vita sociale.

«In tanti casi la diagnosi oncologica annulla tutte le altre diverse dimensioni della sfera quotidiana. Lasciando solo quella strettamente connessa con la malattia», spiega Guendalina Graffigna, ordinario di Psicologia del consumo e della salute e direttore del Centro di Ricerca EngageMinds HUB dell’Università Cattolica di Cremona. «Occorre stimolare le pazienti a continuare ad avvalersi delle proprie capacità per mantenere un progetto e una qualità di vita. In questo senso l’importanza della squadra terapeutica è stata ormai scientificamente certificata».

Gruppo San Donato

La campagna Donne in Meta è promossa da Gilead Sciences, in collaborazione con Europa Donna Italia e il patrocinio di Susan G. Komen Italia.

Podcast e video sul sito Donne In Meta

Il tema del sostegno reciproco e del mantenimento della propria identità nonostante la malattia si concretizza prima di tutto sul sito di Donne in Meta.
Quest’anno il progetto si arricchisce di una nuova sezione dedicata ai podcast, chiamata Facciamo squadra. In quest’area del sito sarà possibile ascoltare la storia di cinque grandi campioni dello sport sul tema dell’aiuto e del sostegno reciproco.
A raccontare la loro esperienza ci sono Luigi Datome (serie A basket), Martin Castrogiovanni (ex rugbista della Nazionale), Maurizia Cacciatori (ex pallavolista), Sara Barattin (rugbista della Nazionale femminile), Katia Aere (paraciclista).
Sul sito anche la sezione Salotti, che raccoglie una serie di video incontri tra pazienti, o associazioni di pazienti, e specialisti della salute (oncologi, psico oncologi, infermieri e tutte le figure che compongono un team multidisciplinare), per entrare nel merito della malattia e di tutto ciò che ci sta intorno.

Cosa vogliono le donne dopo la diagnosi

Secondo un’indagine condotta dall’osservatorio di Donne in Meta in collaborazione con Elma Research, su un campione di 110 pazienti con età media di 54 anni e residenti in tutta Italia, dare qualità al proprio tempo è un obiettivo primario per molte donne. Il 57% delle pazienti dichiara di voler stare di più con le persone care. Il 49% di cercare di fare solo cose che interessano davvero. Questa volontà, però, è spesso ostacolata dalla mancanza di servizi aggiuntivi, oltre a quelli strettamente terapeutici.

Per quasi la metà delle pazienti, infatti, poter parlare con altre figure specialistiche, rimane un bisogno insoddisfatto. Il 19%, ad esempio, vorrebbe iniziare un percorso con un psicoterapeuta (il 28% lo richiederebbe anche per il caregiver), il 42% parlerebbe volentieri con un sessuologo e un nutrizionista. Il 19%, invece, entrerebbe a far parte di un gruppo di auto-aiuto.

«Incertezza del futuro, paura e smarrimento sono i tre sentimenti che accompagnano il momento della scoperta del carcinoma. Soprattutto se presente in una forma aggressiva come quella che caratterizza il tumore al seno triplo negativo», conviene Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia. «Spesso, dopo la diagnosi le donne perdono la loro identità di compagne, madri, lavoratrici, amiche. E finiscono per vedersi ed essere viste solo come pazienti. Diventa quindi importante per la qualità della vita e anche per il percorso terapeutico saper chiedere aiuto e non vergognarsi di mostrare i propri limiti. Così da arrivare a comprendere che la diagnosi ha conseguenze fisiche e psicologiche, ma che “non siamo la nostra malattia”».

L’iniziativa Datti un occhio

Nella lotta al tumore al seno triplo negativo, che fa registrare ogni anno in Italia circa 8 mila nuovi casi, un elemento fondamentale è rappresentato dalla diagnosi precoce. Donne in Meta quest’anno la promuove attraverso Datti un occhio. Un’iniziativa di sensibilizzazione realizzata in collaborazione con Freeda Media nei negozi Triumph.

Datti un occhio, iniziativa di sensibilizzazione contro il tumore al seno triplo negativo

All’interno dei punti vendita sarà possibile trovare le t-shirt con le illustrazioni di Freeda (disponibili gratuitamente fino a esaurimento scorte), gli stickers #DattiunOcchio e opuscoli informativi con cui si invita le donne a scoprire come prendersi cura di se stesse e della propria salute in pochi semplici gesti.

A Milano per tutto il mese di maggio nei punti vendita Triumph di via San Prospero 1, piazza Wagner 5 e corso Buenos Aires 75. Mentre a Roma, per l’intero mese di ottobre, nei punti vendita Triumph del centro commerciale Eur.

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