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Cupping therapy: cos’è, a chi è sconsigliata e i reali effetti

Sempre più in voga, è usata da molti personaggi famosi, soprattutto del mondo dello sport. Ma cosa dicono gli studi scientifici?

La cupping therapy o coppettazione sta avendo grande successo tra gli sportivi. Le immagini del campione del mondo di nuoto Gregorio Paltrinieri con i segni del trattamento stanno facendo il giro del mondo. Già un altro oro olimpico della piscina come Michael Phelps usava questa tecnica.

Si tratta di una pratica usata da millenni, che erroneamente si definisce come cinese. In realtà i primi ad usarla furono gli antichi egizi. Questo metodo compare anche negli insegnamenti del Profeta Maometto. Da qui la sua diffusione nei secoli nei Paesi di religione islamica.

Gruppo San Donato

Coppettazione bagnata e coppettazione asciutta

Ci sono due metodi principali: quella asciutta e quella bagnata, Lo scopo è sempre lo stesso. Creare un effetto ventosa sulla pelle, utilizzando appunto delle piccole coppe. Nel primo caso si scalda l’aria contenuta nella coppetta con una fonte di calore. Quando l’aria si raffredda crea l’effetto ventosa. Le coppette possono essere lasciate nella stessa posizione per alcuni minuti o spostate se prima abbiamo avuto l’accortezza di ungere la pelle. Il livido che rimane è causato dalla rottura dei vasi sanguigni.

Nella coppettazione bagnata, dopo aver seguito lo stesso trattamento della versione asciutta, lo specialista pratica delle minuscole incisioni con un bisturi. In questo caso l’effetto ventosa richiamerà a sé del sangue, come fosse una sanguisuga.

Perché il cupping è così usato dagli sportivi?

Ci sono diverse teorie. Alcuni sostengono che aiuti la micro circolazione sanguigna e linfatiche. In questo modo migliorerà le prestazioni sportive. Per altri è utile per controllare il dolore. Altri ancora sostengono che inibisca la produzione di edemi, quindi gonfiori, e microlesioni provocati dalle gare e dagli allenamenti.

Cosa dicono gli studi scientifici sul cupping?

Negli anni sono molti gli studi che se ne sono occupati. Nonostante questo la situazione è molto dibattuta in ambito scientifico. Accanto ad alcune ricerche che sostengono degli effetti benefici sul breve termine, ve ne sono molti altri che sostengono che se c’è l’effetto è principalmente di carattere psicologico. Sembra funzionare però contro l’herpes zoster.

Spesso gli esperti hanno mosso critiche anche a come venivano svolti gli stessi studi. Basti pensare alla difficoltà di fare sperimentazioni con un placebo. Un conto è utilizzare una pastiglia con il principio attivo studiato e una senza. Un altro è utilizzare coppette con l’effetto ventosa.

Ci sono controindicazioni?

Dipende molto dal professionista che lo fa. In alcuni casi ci possono essere effetti indesiderati come ustioni, infezioni e necrosi della pelle dell’area trattata.

Meglio evitarlo se si è troppo magri od obesi o se si ha la pelle molto flaccida, come in seguito a un forte dimagrimento o quando si è molto in là con l’età.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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