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Sei incontinente? Ecco qualche consiglio

L'incontinenza urinaria è un disturbo che colpisce soprattutto le donne dopo la menopausa. Rimediare, però, non è impossibile

Un disturbo imbarazzante

Un disturbo imbarazzante

L’incontinenza femminile colpisce circa sette donne su dieci, soprattutto dopo la menopausa, ed è causa d’imbarazzanti perdite di urina. Abbiamo parlato di cure e trattamenti con Daniele Minardi, professore associato di urologia presso la facoltà di medicina dell’Università politecnica delle Marche (puoi chiedergli un consulto qui). È autore di circa 200 pubblicazioni su riviste nazionali e internazionali.

Fai qualcosa per risolverlo

Fai qualcosa per risolverlo

Durante e dopo la menopausa, il calo degli estrogeni è responsabile dell’indebolimento del pavimento pelvico che è la causa dell’incontinenza. Questo disturbo è associato a una perdita involontaria di urina al di fuori della normale minzione. Un colpo di tosse, sollevare un peso o anche soltanto ridere sono tutti comportamenti che possono causare il rilascio di urina. La maggior parte delle donne non fa nulla per risolverlo, quando in realtà i trattamenti e le terapie garantiscono una buona percentuale di guarigione a beneficio della vita e delle attività quotidiane.

Gruppo San Donato

Rinforza il pavimento pelvico 

Rinforza il pavimento pelvico

Per quanto riguarda l’incontinenza da sforzo, il primo approccio è la riabilitazione del piano perianale per rinforzare i muscoli del pavimento pelvico. A questo scopo è indicata la fisioterapia mirata, anche con il supporto di strumenti.

Puoi optare per la chirurgia

Puoi optare per la chirurgia

Se la riabilitazione e la terapia farmacologica non hanno dato risultati, si può optare per la chirurgia, che ricostruisce i legamenti danneggiati (dall’età, dal parto, da uno squilibrio ormonale). È una procedura mini invasiva che risolve l’ipermobilità dell’uretra.

Non aspettare troppo tempo

Non aspettare troppo tempo

Se l’incontinenza è da sforzo ed è presa in tempo, i trattamenti danno ottimi risultati. La cosa importante è non aspettare e rivolgersi al proprio medico di base, che saprà valutare il giusto approccio terapico e nel caso saprà indirizzare la paziente a uno specialista. Più si aspetta, più la patologia peggiora e si cronicizza.

Eliana Canova

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