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Roberto Cota: avevo il gozzo, ora vivo con mezza tiroide

«In viaggio di nozze, mia moglie nota una protuberanza sulla gola. Al rientro vado dall'endocrinologo, prendo paura e decido per l'intervento chirurgico»

«Due anni fa, in viaggio di nozze all’isola d’Elba, mia moglie nota una protuberanza sulla gola», racconta il neo governatore del Piemonte Roberto Cota. «Eppure non me n’ero mai accorto. Al rientro vado dall’endocrinologo e gli accertamenti da fare mi preoccupano. Prelevano un pezzo di tessuto, passo dei brutti quarti d’ora… Il risultato ? Meglio intervenire».
Ecco la confessione del governatore piemontese a OK.

«Da due anni vivo con mezza tiroide. Tutto comincia subito dopo il mio matrimonio. All’isola d’Elba, in viaggio di nozze. Una mattina, mentre mi faccio la barba allo specchio, mia moglie spunta da dietro e mi mette un dito sul collo: “E questo cos’è ?”. Giro un po’ la testa, mi osservo meglio e noto che c’è un rigonfiamento. E pure abbastanza evidente. Dico: “Mah, che strano, non ci avevo mai fatto caso”. Però, visto che c’è un ambulatorio proprio davanti all’albergo, decido di fare un salto prima di andare al mare. Il controllo dura meno di un minuto. “Potrebbero essere mille cose”, mi spiega lo specialista. “Stia tranquillo, si goda la vacanza, ma quando torna a casa si sottoponga a qualche accertamento”.

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Prescrivono l’agoaspirato: temono che sia un tumore
E così faccio. Visita dal medico di base, poi dall’endocrinologo, analisi, ecografie. Per arrivare alla prima conclusione: tiroide molto ingrossata. Nessuna alterazione della funzionalità, ma almeno quattro centimetri di troppo. “Occorre vederci chiaro, onorevole Cota”, sentenzia il medico. “Le prescrivo l’agoaspirato, un’indagine che permette l’analisi di materiale prelevato da una zona di tessuto tiroideo”. Passo dei brutti quarti d’ora.

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Penso a tutte le interpretazioni possibili, ma me ne resta fissa nella mente una sola: quell’esame serve a individuare i tumori. Dopo qualche giorno, tiro un sospiro di sollievo: niente di maligno. Il mio problema è il gozzo. Che però, zitto zitto, già incomincia a ostruire la trachea.

Rimozione chirurgica: via metà della ghiandola
Che cosa si può fare contro questo allargamento abnorme del mio collo? Ci sono due possibilità, mi spiega lo specialista: “O lasciamo le cose come sono monitorando costantemente la situazione, facendo attenzione che non vi siano degenerazioni tumorali, che la funzionalità della tiroide non si riduca, che la trachea non soffra troppo… E poi, soprattutto, tenendo d’occhio ulteriori aumenti del volume, perché in quel caso intervenire potrebbe comportare qualche difficoltà in più, magari dei danni alle corde vocali… E poi…”. “Oppure ? L’alternativa?”, taglio corto io, che già mi sento mancare l’aria all’idea di passare la vita a fare controlli. “Oppure si opera subito: rimozione chirurgica di parte della ghiandola tiroidea. Tre giorni in ospedale e passa la paura”.
Non finisce neanche di dirlo che già penso ai preparativi. Sono interventista di natura. Con la salute non ne parliamo. Le attese, le incertezze non fanno per me. No, no. Via il dente, via il dolore. E così, eccomi all’ospedale di Novara. Tre giorni di ricovero, cinque di riposo a casa.
Complicazioni? Se si esclude che a furia di muovermi rompo tutti i punti di sutura e nella stessa giornata mi devono fare una seconda anestesia per richiuderli, nessuna. Da allora, ho ricominciato la vita di sempre: su e giù con Roma, ritmi infernali e nel tempo libero a correre con gli amici. Unica attenzione: analisi del sangue ogni quattro mesi. Necessarie per verificare che la mia mezza ghiandola tiroidea continui a farcela senza l’aiutino di una pillola di ormoni.
Roberto Cota (testo raccoto da Marilisa Zito per OK La salute prima di tutto di aprile 2009)

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