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Diego Dalla Palma: benedetta osteoporosi

«Le anche mi facevano male: avevo la malattia ossea. Ma per me, tra diete equilibrate ed esercizio fisico, è iniziata una seconda giovinezza»

«Mi facevano male le anche e a soli 42 anni è arrivata la brutta notizia: una moc ha confermato l’osteoporosi», racconta Diego Dalla Palma. «Ma lo sconforto iniziale è passato in fretta. Mi sono curato e i dolori sono scomparsi. Ora mangio cibi più sani, faccio sport e mi sento in forma più di prima».
Ecco la confessione del consulente d’immagine a OK.

«La diagnosi di osteoporosi, a 42 anni, non è stata certo una bella notizia, eppure ha cambiato la mia vita in meglio. Associavo questa malattia all’idea di decadenza fisica: “È una botta di invecchiamento precoce”, mi lagnavo tra me e me, “sto pagando il prezzo di anni di lavoro indefesso, di sacrifici: mi sono spaccato la schiena e il mio organismo presenta il conto”.
Ma lo sconforto iniziale è passato in fretta: sono determinato e costante, ho sempre trasformato le mie debolezze in punti di forza. Perfino l’osteoporosi.
Era il 1992 e mi trovavo in un momento difficile sotto tutti i profili: professionale, sentimentale, economico. Da tempo avvertivo dolori alle anche, specialmente quando camminavo. Avevo la sensazione che le mie articolazioni fossero provate.

Gruppo San Donato

Non si capiva che cosa avessi
Nonostante mi fossi rivolto a diversi specialisti, nessuno aveva trovato la causa di questi disturbi: pensavano si trattasse di una malattia reumatica, ma le cure non funzionavano e il dolore non passava.
È stato il mio medico curante, Franco Beretta, ad avere l’intuizione giusta suggerendomi di fare una moc. Il sospetto di osteoporosi venne confermato e lo specialista, Primo Andrea Daolio, mi parlò con grande chiarezza: “La situazione potrebbe degenerare, bisogna correre immediatamente ai ripari. I risultati dipenderanno dalla sua volontà e dalla sua perseveranza”.
Per curare questa malattia non basta la terapia farmacologia. Oltre a una dieta adeguata, è essenziale praticare regolarmente attività fisica riabilitativa.
Non avevo mai fatto sport, e l’osteoporosi mi ha costretto a modificare radicalmente le mie giornate disordinate. Fin qui avevo vissuto in modo caotico, lavorando sconsideratamente, fino a incurvarmi sotto il peso della malattia. Dovevo cambiare, per salvarmi le ossa, e l’ho fatto, con metodo.

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Nonostante la mia determinazione, ci sono stati vari inconvenienti. È stato necessario rivedere più volte la cura farmacologica e la dieta: all’inizio l’assunzione di calcio mi ha causato non pochi problemi, colpa della mia gastrite e della difficoltà a digerire latte e formaggi, che consumavo in grande quantità. Sembra ci sia un nesso fra osteoporosi e celiachia, che non sospettavo minimamente di avere: invece nel 2003, casualmente, ho scoperto di esserne affetto. Le analisi del sangue avevano dato esito negativo, però la biopsia, eseguita per scrupolo durante una gastroscopia, ha rivelato la mia intolleranza al glutine.

Yogurt e flessioni tutti i giorni
Ora ho trovato finalmente una dieta adeguata, seguo un’alimentazione sana e la curo molto: ogni mattina inizio la giornata con una grande tazza di yogurt greco e, oltre alla terapia farmacologica, seguo con scrupolo un programma mirato: tre volte alla settimana, per tre ore, faccio cyclette e altri esercizi sotto la guida di un fisioterapista. Tutti i giorni, poi, mi alleno con affondi e flessioni.
Gli allenamenti hanno migliorato anche la forma fisica: prima ero troppo magro e avevo un aspetto ingobbito. Oggi la massa muscolare è aumentata e sono più tonico. Cammino con passo spedito e ho una postura diversa. Gli amici si stupiscono del cambiamento.
Anche dal punto di vista clinico sto bene: ogni anno ripeto la moc e la mia densità ossea è addirittura migliorata. Quanto ai dolori, sono scomparsi.

Ho imparato a rallentare i ritmi di vita
Affrontare l’osteoporosi mi ha dato consapevolezza dei miei bisogni, questa è stata la conquista più importante. Mi ha accompagnato in una nuova fase della vita, mi ha portato a prendermi cura di me. Ho dovuto fermarmi, o almeno rallentare, per capire l’importanza di tante piccole cose che davo per scontate: un tramonto, un profumo, anche una notte di sesso.
Con un po’ di ironia mi viene da dire che dell’osteoporosi salverei solo una parte: la parola oste, che rimanda a un buon bicchiere di vino in compagnia di amici, ai piaceri della vita. La malattia mi ha insegnato ad apprezzarli fino in fondo».
Diego Dalla Palma (testo raccolto da Francesca Turi nell’ottobre 2009 per OK La salute prima di tutto)

Se soffri di osteoporosi, puoi chiedere un consulto ai reumatologi di OK

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