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Antonio Cassano: ho avuto paura di morire

L'attaccante del Milan racconta l'ischemia cerebrale che lo ha messo ko a ottobre 2011, la guarigione e la voglia di tornare in campo

«Ho avuto paura di morire. Per i miei cari, soprattutto. E, passata quella, ho pensato di smettere di giocare». Antonio Cassano dà voce ai suoi fantasmi, 159 giorni dopo il malore (LEGGI) che lo ha portato sotto i ferri. Una sofferenza cerebrale su base ischemica, spiegarono i medici, causata da un forame ovale pervio cardiaco interatriale (pfo – GUARDA). Una malformazione al cuore che può causare piccoli coaguli di sangue. E, di conseguenza, un’ischemia nel cervello.

«Per circa 36 ore non ci ho capito più nulla: faticavo a parlare e non ricordavo cosa era successo», spiega il calciatore del Milan in un’intervista a Studio Sport (GUARDA). A dargli la forza di lottare, di rimettersi in piedi sono stati l’amore della madre, della moglie e del figlio. E la solidarietà dell’universo del calcio, spiega: «Tutto il mondo mi ha chiamato e lì ho capito quanta gente tiene a me, come uomo prima che come calciatore».

Gruppo San Donato

L’attaccante barese, 29 anni, ringrazia il suo club e, soprattutto, «chi mi ha salvato la vita: il dottor Tavana. Se non ci fosse stato lui a prendermi per i capelli, non so se a quest’ora ero ancora in questo mondo».

Cassano potrebbe tornare in campo già sabato contro la Fiorentina. Ma avverte: «I piedi sono sempre buoni, è la forma fisica che bisogna valutare, se sono ingrassato. Se torno e sto bene allora ok, se mi accorgo che non sto più bene ringrazio tutti e me ne vado a casa: voglio che la gente si ricordi del Cassano buono, non voglio fare compassione».
OK Salute e benessere

Ultimo aggiornamento: 6 aprile 2012

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