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Cani anti-Covid: ecco come scoveranno gli asintomatici

Al via un progetto dell'Istituto Europeo di Oncologia: due cani saranno addestrati a fiutare il coronavirus dal sudore

Se non sarà un tampone a rivelarci la positività al coronavirus, forse a farlo sarà un cane, con il suo fiuto sopraffino. È quanto si spera di ottenere dal progetto “Se ti fiuto ti aiuto”, ideato dall’Istituto Europeo di Oncologia, in collaborazione con l’Università di Milano e il sostegno di Confindustria Cisambiente. Lo studio clinico punta ad addestrare due cani a fiutare il Covid-19 nelle persone asintomatiche in entrata all’ospedale. L’interesse per il fiuto dei cani nella diagnosi delle malattie nasce da studi precedenti condotti sui tumori, il diabete e alcune allergie. Il naso di certe razze, infatti, è fornito di un numero eccellente di recettori olfattivi e questa peculiarità permette ai cani di essere particolarmente sensibili ai cambiamenti di odore.

Perché i cani fiutano le malattie?

«L’uso di odori corporei emessi sotto forma di composti volativi (VOCs) è negli ultimi anni un filone importante della ricerca scientifica» spiega Roberto Gasparri, della divisione di Chirurgia Toracica dello Ieo e sperimentatore principale dello studio. «Malattie come cancro, disturbi metabolici, infezioni, possono modificare i componenti di questi composti volatili e portare alla produzione di VOCs specifici per la malattia, che possono essere rilevati abbastanza precocemente, come biomarcatori diagnostici. I cani, grazie al loro sistema olfattivo caratterizzato da una soglia di percezione di parti del trilione, hanno già dimostrato, in uno nostro studio del 2016, la loro abilità di percepire VOCs specifici del cancro del polmone annusando le urine».

Gruppo San Donato

Cani anti-Covid: fiuteranno il virus dal sudore

L’obiettivo del progetto è avere due esperti a quattro zampe pronti ad annusare (chi vorrà) all’ingresso dello Ieo a partire da settembre. Il protocollo sperimentale si svolgerà in due fasi. Nella prima, di circa quattro settimane, i cani saranno addestrati al laboratorio di FisioEtologia dell’Università di Milano. Durante l’addestramento verranno allenati con campioni di sudore prelevati da diverse tipologie di persone: 100 positive al test del Covid-19; 500 negative e 100 vaccinate. I cani dovranno scovare il virus annusando i vari campioni e verranno ricompensati quando individueranno quello corretto. Nella seconda fase, invece, i cani saranno posizionati all’ingresso dell’ospedale con il fine di effettuare simulazioni sull’uomo. Chi verrà segnalato come positivo dal cane, sarà isolato in un locale apposito e sottoposto al tampone molecolare per la conferma.

Cani anti-Covid come screening agli eventi pubblici

Il fine dello studio è proteggere ancora meglio i pazienti e i visitatori dell’ospedale dal coronavirus, riducendo l’uso di tamponi molecolari. Ma, se il metodo dovesse funzionare, cani addestrati a fiutare gli asintomatici potrebbero diventare uno strumento estremamente utile in luoghi affollati come aeroporti, stazioni, centri sportivi o manifestazioni pubbliche per “scremare” potenziali positivi e diffusori del virus.

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