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Amiloidosi cardiaca: una campagna per informare sui campanelli d’allarme

L’amiloidosi cardiaca è una malattia rara, legata all’accumulo di una sostanza, l’amiloide, nel muscolo cardiaco. L’amiloide forma fibrille insolubili che nel tempo si depositano negli spazi tra le cellule cardiache e ne compromettono la funzionalità. Per sensibilizzare la popolazione su questa patologia nasce la campagna “Il cuore lo sa – AMIloidosi cardiaca: Ascolta, Monitora, Informati”, promossa da Pfizer sotto l’egida della Società Italiana di Cardiologia – SIC e in collaborazione con Fondazione italiana per il cuore, fAMY Onlus e Conacuore ODV.

Amiloidosi: una campagna per informare sui campanelli d’allarme

L’iniziativa nasce per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’amiloidosi cardiaca, aumentando la conoscenza e la consapevolezza sui sintomi della malattia, favorendo la loro identificazione precoce, la diagnosi tempestiva e indirizzando i pazienti ai Centri di riferimento specializzati. Inoltre, un video in animazione veicolato sui social e sul sito dedicato racconterà l’impatto della patologia e i messaggi della campagna in modo empatico ed emozionale. «L’infiltrazione di fibrille nel miocardio determina un progressivo ispessimento e irrigidimento delle pareti dei ventricoli, che causa la graduale compromissione della funzione di pompa del cuore con insorgenza di scompenso cardiaco», dichiara Laura Obici, Dirigente medico Centro per lo studio e la cura delle amiloidosi sistemiche, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia. «Il primo sospetto tipicamente nasce sulla base di alterazioni ecocardiografiche in un paziente che richiede un consulto per difficoltà a respirare o per comparsa di gonfiore alle gambe».

Gruppo San Donato

Novità importanti nell’ambito terapeutico

Molti nuovi approcci terapeutici per il trattamento dell’amiloidosi cardiaca sono in corso di sviluppo clinico nei centri di riferimento. Tuttavia, una recente novità riguarda tafamidis, farmaco da poche settimane disponibile anche in Italia. «Tafamidis è efficace nel controllare sia la malattia neurologica sia cardiaca. Tre anni fa è stato pubblicato il primo grande studio registrativo, finora rimasto unico, chiamato ATTR-ACT: il trial ha dimostrato che, se si trattano i pazienti con amiloidosi da transtiretina, il farmaco previene o riduce la probabilità di morte o di ricovero per complicanze cardio-vascolari. Questa capacità di tafamidis si estrinseca soprattutto nei casi con forma lieve-moderata, non terminale della malattia, dove tafamidis riesce a “congelare” l’evoluzione della malattia» spiega Claudio Rapezzi, Professore ordinario di Cardiologia all’Università degli Studi di Ferrara.

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