
Il sonno frammentato delle neomamme mette in pericolo la loro salute. Chi è diventato genitore lo sa bene: i primi mesi dopo la nascita di un figlio sono segnati da un sonno che non è mai continuo. Ma qual è il vero problema? Non tanto dormire poco, quanto dormire a singhiozzo.
Un recente studio condotto alla Washington State University, presentato al congresso internazionale SLEEP 2025, ha dimostrato come il vero ostacolo al recupero fisico e mentale delle neomamme non sia la quantità di ore dormite, ma il fatto che quel sonno venga continuamente interrotto.
Gli autori hanno monitorato 41 donne, dalla gravidanza fino ai tre mesi dopo il parto, analizzando le loro abitudini con un dispositivo wearable, uno smartwatch per intenderci. I risultati? Anche quando la quantità totale di sonno si avvicinava alle 7 ore raccomandate, nessuna neomamma riusciva a dormire più di 4 ore di seguito.
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Maternità e sonno frammentato: i dati della ricerca
Durante la prima settimana dopo il parto, le neomamme dormivano in media appena 4 ore e mezza per notte, e spesso in blocchi non superiori a due ore e mezza. Col passare delle settimane, le ore di sonno aumentavano, ma la situazione non migliorava del tutto: dopo tre mesi, le madri riuscivano a dormire quasi 7 ore, ma il sonno continuativo rimaneva limitato a poco più di 4 ore.
In pratica, anche quando il neonato cresce e i risvegli notturni si riducono, il ritmo sonno-veglia delle madri resta alterato, e la qualità del riposo continua a risentirne.
Perché il sonno frammentato fa così male?
Dormire poco non è mai piacevole, ma dormire in modo frammentato è ancora peggio per il cervello e per il corpo. Ogni volta che il sonno viene interrotto, il cervello deve ricominciare daccapo il suo ciclo di recupero. Se questo accade ripetutamente, non si raggiungono le fasi profonde e rigenerative del sonno.
Gli effetti? Maggiore irritabilità, calo dell’umore, difficoltà di concentrazione, ma anche impatti fisici, come l’aumento del cortisolo e dell’adrenalina, gli ormoni dello stress. A lungo andare, la salute mentale e fisica rischia di peggiorare.
Il legame con depressione e ansia postpartum
Questa continua interruzione del sonno potrebbe essere uno dei fattori che predispongono alcune neomamme a soffrire di depressione postpartum, ansia o esaurimento emotivo. Altri studi, condotti su persone senza figli che venivano svegliate artificialmente durante la notte, hanno dimostrato che anche solo una notte frammentata può causare peggioramenti dell’umore già dal giorno successivo.
Cosa fare per aiutare le neomamme a dormire meglio?
Secondo i ricercatori, più che aumentare il numero totale di ore dormite, bisognerebbe aiutare le neomamme a dormire più a lungo senza interruzioni, anche solo per qualche ora.
Ecco alcuni suggerimenti utili:
- Organizzare turni notturni tra genitori o familiari, così da concedere alla mamma almeno 4-5 ore di sonno ininterrotto.
- Creare un ambiente che favorisca il sonno: niente luci forti, rumori improvvisi o stimoli disturbanti durante la notte.
- Fare dei brevi riposini (i cosiddetti power nap) durante il giorno quando possibile.
- Valutare il supporto di uno specialista se la stanchezza diventa insostenibile o si notano segnali di depressione.
Una questione sociale, non solo personale
La ricerca sottolinea anche un altro aspetto importante: il supporto sociale è fondamentale. Non si può pensare che una neomamma, da sola, riesca a fronteggiare il peso fisico ed emotivo dei risvegli notturni. Serve un’attenzione collettiva, dalla famiglia alla società, per permettere alle madri di recuperare energie e prendersi cura del proprio benessere.
Dormire bene dopo il parto: una sfida reale
Quello che emerge chiaramente da questo studio è che la maternità cambia profondamente i ritmi biologici, e questi cambiamenti non si risolvono solo col passare dei giorni. Anche se il bambino cresce e dorme di più, il corpo e la mente della mamma potrebbero impiegare settimane o mesi per ristabilire un sonno davvero rigenerante.
Riconoscere questo fatto non serve solo a spiegare la stanchezza che tante madri vivono in silenzio, ma a ricordare quanto sia importante prendersi cura anche di chi si prende cura degli altri.