Salute

Appendicite: antibiotici o intervento chirurgico?

La scienza promuove l'utilizzo delle terapia antibiotica per evitare l'appendicectomia, ma molti pazienti preferiscono la chirurgia per scongiurare il rischio recidive

Gli antibiotici hanno ottenuto l’approvazione come trattamento di prima linea per l’appendicite. La notizia arriva da uno studio scientifico importante. Si tratta del Coda, ossia del “Comparing Outcomes of antibiotic Drugs and Appendectomy”, il più grande studio clinico randomizzato mai realizzato sul trattamento dell’appendicite, condotto in 25 ospedali americani su oltre 1.500 pazienti, divisi tra chi riceveva una terapia antibiotica e chi subiva l’intervento chirurgico, cioè un’appendicectomia.

I risultati sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine e hanno già causato un’aggiornamento delle linee guida sul trattamento dell’infiammazione dell’American College of Surgeons. «Nei primi tre mesi dopo l’assunzione di antibiotici per appendicite, quasi sette pazienti su dieci nel gruppo antibiotico hanno evitato un’appendicectomia. Entro quattro anni, invece, poco meno del 50% ha subito l’intervento chirurgico», ha dichiarato David Flu, autore principale dello studio e professore associato di chirurgia presso la School of Medicine dell’Università di Washington (UW).

Gruppo San Donato

Gli studi precedenti

Lo studio Coda è il più grande, ma non l’unico condotto sull’argomento. Nel 2015, il Journal of the American Medical Association, ha pubblicato una ricerca dell’Università di Turku, condotta in sei ospedali finlandesi, secondo cui la terapia antibiotica poteva essere sufficiente ad eliminare l’infiammazione dell’appendice ed evitare l’intervento chirurgico.

L’esperimento è stato condotto nell’arco di tre anni su 530 pazienti in età compresa tra 18 e 60 anni, affetti da appendicite acuta senza complicanze. Dei 257 pazienti sottoposti a cura con antibiotici, circa il 75% è stato dimesso senza necessità di appendicectomia. E l’infiammazione non si è ripresentata nel successivo periodo di follow-up di un anno. Il restante 25%, invece, ha avuto comunque bisogno dell’intervento chirurgico senza però che l’appendicite avesse complicanze.

Nel 2017, invece, una metanalisi pubblicata su Jama Pediatrics, rivelò che la maggior parte dei bambini con appendicite acuta può essere trattata con antibiotici. La terapia farmacologica, infatti, permette di non dover ricorrere necessariamente all’intervento chirurgico.

Intervento per timore delle recidive

Tirando le somme,«gli antibiotici sembrano essere il trattamento giusto per molti, ma non tutti, i pazienti con appendicite» dicono gli autori dello studio Coda. La scelta se affidarsi alla terapia antibiotica o all’intervento, infatti, dipende dai sintomi, dalle preoccupazioni del paziente e dalle circostanze. Un forte dolore a livello addominale è in effetti il principale sintomo dell’attacco di appendicite ed è molto invalidante.

La causa è l’infiammazione dell’appendice vermiforme, un tubulo che nasce dalla prima parte del grosso intestino. Altri sintomi che possono comparire insieme al male: febbre, poco appetito, nausea, dolore all’arto inferiore destro.

«Dati i risultati e secondo le nuove linee guida, è importante che chirurghi e pazienti discutano i pro e i contro sia della chirurgia che degli antibiotici» hanno sottolineato i ricercatori. «È necessario per decidere il trattamento migliore in quel momento». In genere, infatti, le persone sono propense all’intervento perché temono la recidiva e di rivivere il dolore lancinante all’addome.

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